In viaggio verso il Passato

Oscar Wilde. [1]

L’esperienza è il nome che ognuno dà ai propri errori.“.  [2]
Oscar Wilde.

Questo è il mio viaggio personale per ritrovare le origini, non solo mie, ma anche dei parenti vicini e lontani, non solo fisicamente. In questo diario descrivo le mie esperienze ed i tanti errori che ho fatto, che mi hanno costretto spesso a tornare indietro ed a ricominciare da capo.

Dobbiamo sempre tenere a mente che la genealogia non è solo una raccolta di nomi e date. La genealogia è anche la storia della famiglia ma facendo attenzione che le storie raccontante non sempre corrispondono alla verità vissuta. Dobbiamo verificare tali storie. Per ogni affermazione e per ogni informazione che noi inseriamo nel nostro albero genealogico ovvero nel nostro libro di famiglia dobbiamo, come genealogisti, dilettanti o professionist che siamo, acquisire anche la documentazione scritta.

Non nomi e date costituiscono la genealogia, ma documenti e con le tecnologie più moderne come l’analisi del DNA anche prove scientifiche, che in sintesi sono prove che possono essere eseguite da chiunque e che diano gli stessi risultati.

Mia intenzione non è però di scrivere un manuale di genealogia: quello descritto su queste pagine è il mio viaggio personale, non ancora finito. Tuttavia quello che è valso e vale per me, può non valere per altri. Quello che è andato bene per me, può non andare bene ad altri.

Quando si parla di genealogia o in generale di albero genealogico, vengono in mente quegli alberi genealogici di nobili famiglie che a volte si vedono in musei o libri e si pensa: anch’io voglio farlo, non sarà poi così difficile! Basta chiedere ai parenti stretti ed in men che non si dica avrò il mio albero.

Certo, fino ad un certo punto è facile, ma più si va indietro nel tempo o lontano nel rapporto di parentela, più è difficile trovare informazioni accurate e soprattutto documenti.

Da non sottovalutare è un errore che spesso si fa, soprattuto usando i molti siti a disposizione per gestire gli alberi genealogici: quasi tutti questi siti offrono la funzionalità di proporre cosiddetti suggerimenti basandosi più che altro su nomi e date. Non appena si inizia ad inserire il proprio albero genealogico su tali siti, ecco che ci compaiono dei suggerimenti da alberi di altri utenti che con un solo click ci permette di includere nel nostro albero decine od addirittura centinaia di nominativi. Questo è un errore da evitare, come si vedrà in seguito.

La prima cosa da fare è quindi decidere quali siano i nostri obbiettivi ed averli sempre ben in mente nel’iniziare e nel proseguire le nostre ricerche.

1. Definire gli obiettivi e le priorità

Sono molti i motivi che ci inducono ad iniziare le nostre richerche genealogiche. Tali motivi possono essere uno o più od anche tutti quelli elencati. Se abbiamo più di un motivo è quindi consigliabile ordinarli secondo le nostre priorità in modo da avere sott’occhio sempre quando, cosa e dove cercare.

  1. Scoprire gli antenati che hanno dato origine alla nostra famiglia ed al nostro cognome;
  2. ritrovare parenti lontani, zii e cugini di 5°, 6°, 7° grado o oltre, ormai dimenticati o anche scoprire possibili parenti lontani dei quali non ne sappiamo neanche l’esistenza o che compaiono improvvisamente nelle storie di famiglia;
  3. confermare storie e leggende di famiglia, con il rischio evidente di doverle smentire;
  4. confermare un rapporto di parentela con qualche personaggio, più o meno famoso, più o meno importante, del presente o del passato, che si racconta esista, con di nuovo il rischio di doverlo smentire.

Inoltre non è da dimenticare due importanti motivi che spingono le persone a cercare le proprie origini:

  1. il trovare i parenti biologici di persone che nel corso del tempo siano state adottate;
  2. l’ottenere la cittadinanza italiana per coloro che sono nati all’estero;
  3. la ricerca dei possibili destinatarii di un’eredità.

Questi sono solo alcuni dei motivi più che altro personali per avventurarsi nella genealogia. Tre esempi presi dalla mia esperienza consentono di capire meglio come tali motivi non siano gli unici possibili.

Copertina di Acquasanta Vol. IV di Don Virginio Cognoli.

Don Virginio, prelato e mio pro-zio da parte materna, nel corso delle sue ricerche sulle radici storiche di Acquasanta Terme, suo paese natio, volle dedicare un volume alle genealogie di questo paese: il suo obbiettivo primario fu quindi lo scrivere sulla storia di Acquasanta Terme e dal punto di vista genealogico le storie delle famiglie di questo paese, quindi non solo della sua famiglia.

Ad un neofito questo obbiettivo può sembrare non molto complicato ed esteso, ma bisogna considerare in primo luogo il numero di parrocchie, e quindi di registri parrocchiali, che esistevano o ancora esistono nella zona, in secondo luogo bisogna sempre tenere in mente il tempo a disposizione per le ricerche. Per questo Don Virginio circoscrisse il suo obbiettivo alle sole “famiglie delle comunità di Acquasanta e Cagnano” [cognoli2010, pag. 151].

Per le sue ricerche storiche Don Virginio non consultò solo i registri parrocchiali ma anche gli atti notarili e giudiziarii (di più su queso tema in seguito). Risultato di queste ricerche genealogiche è nel secondo capitolo del volume rappresentato nell’immagine a destra, che riesce ad andare indietro nel tempo fino a circa il 1770: Acquasanta – Vol. IV.

I discendenti di Francesco Andò. Albero Genealogico di Padre Teodoro Samama.

La fortuna di avere prelati in famiglia non è da sottovalutare (vedi più tardi) se si vogliano condurre ricerche genealogiche.

Anche da parte paterna un mio pro-zio prelato, Padre Teodoro, fece alcune ricerche personali, questa volta con un motivo completamente diverso: voleva costruire un albero dei discendenti di suo nonno Francesco Andò, il risultato di tale albero è rappresentato nell’immagine qui a sinistra.

Da notare in questo caso come in tale albero siano scritti solo i nomi dei parenti diretti, riportando il cognome solo per i parenti diretti che lo cambiarono a causa del matrimonio.

In tale albero compare mio padre, ma nè io nè i miei fratelli, però compare Laura (pronunciata all’inglese /ˈlɔɹə/), nipote della sorella di nonna Concetta e mia cugina di 4° grado residente in Australia.

Quali che siano stati i motivi che hanno indotto zio Teodoro a fare le sue ricerche, il risultato è quasi un’istantanea, anche se parziale, dei nostri cugini da parte di nonna Concetta al momento della redazione dell’albero, dandoci così la possibilità di cercarli e contattarli.

Ad oggi (Nov.2020) non so neanche quali siano stati i metodi e gli strumenti utilizzati da zio Teodoro, ma presumo che siano stati semplicemente i suoi ricordi ed i contatti che aveva con tutti i parenti. Interessante sarebbe trovare i suoi appunti e forse anche le copie di documenti, se ne ha fatte, presi da Zio Teodoro per costruire tale albero. Sicuramente se tali appunti e copie sono ancora esistenti, mostreranno molte più informazioni di quante se ne possano leggere su tale albero per così dire riassuntivo.

Albero genealogico del notaio per l’eredità di Emanuela Andò detta Rina.

L’ultimo ma non meno importante esempio dei motivi per le ricerche genealogiche è preso da un atto notarile per la ripartizione dell’eredità di Andò Emanuela detta Rina (indicata nell’albero del notaio come De Cujus), figlia di Domenico Andò e Marina Bruzzone, deceduta senza aver dato alla luce alcun figlio e quindi senza eredi diretti.

I metodi e mezzi usati dal notaio sono a me sconosciuti, ma suppongo che si sia affidato per lo più agli atti dello stato civile ed abbia seguito le leggi italiane sull’eredità vigenti in quel periodo, per stabilire chi avesse diritto e chi non.

Questi tre esempi ci fanno capire come le fonti dove estrarre le informazioni per sviluppare il nostro albero genealogico siano le più disparate ed a volte sorprendenti.

Inoltre, come si vedrà in seguito, le informazioni prese dalle fonti a nostra disposizione possono essere più o meno esatte, più o meno approfondite. Il nostro compito è confrontarle e verificarle, in quanto a volte può accadere che siano contraddittorie, soprattutto se confrontate con le fonti orali, con i racconti che abbiamo ascoltato da piccoli o che provengono dalle interviste con i nostri parenti vicini e lontani.

In ogni caso, una volta stabiliti i nostri obbiettivi per le ricerche genealogiche, è importante dare delle priorità a tali obbiettivi. Di certo il tempo a nostra disposizione è ridotto, dovremo quindi concentrarci su quanto a noi appaia più importante o più fattibile.

Tali priorità infatti potrebbe cambiare nel corso delle nostre ricerche, pur tenendo bene in mente che non possiamo cambiarle di continuo, altrimenti che senso ha!

Qualsiasi siacomunque l’obiettivo delle nostre ricerche genealogiche diventa subito chiaro che è necessario effettuarle in maniera sistematica, pianificare il lavoro da fare e documentare ogni progresso, ogni successo, ma anche ogni fallimento. Pianificare e documentare sono a mio parere le cose più importanti e permetteranno di risparmiare tempo e risorse nelle nostre ricerche.

2. Definire i metodi e gli strumenti di lavoro

I metodi per effetture le nostre ricerche di lavoro sono diversi e dipendono dalla nostra disponibilità di tempo, dalle nostre risorse finanziarie, dal luogo dove viviamo e dove hanno vissuto i nostri antenati, dall’accessibilità delle fonti. Tali metodi non si escludono a vicenda ed a seconda dei casi possono essere combinati insieme. In linea di massima, i diversi metodi da me usati comprendono:

  1. consultazione dei registri, cartacei ed in internet;
  2. interviste ai parenti vicini e lontani, di persona o via posta elettronica;
  3. visita dei luoghi dove hanno vissuto gli antenati;
  4. ricerche, soprattutto in internet o negli archivi di stato;
  5. dulcis in fundo, le analisi del DNA.

In ogni caso, dobbiamo pianificare le nostre ricerche, seguendo gli obbiettivi che ci siamo prefissi.

Inoltre, molto importante già all’inizio delle nostre ricerche, è decidere quali strumenti utilizzeremo, non solo per effettuare le nostre ricerche, ma anche per collezionare e raccogliere le informazioni trovate.

Per prima cosa quindi, dobbiamo decidere dove e come archiviare le informazioni trovate. L’avvento dell’informatica ovvia ci offre uno strumento molto potente, soprattutto per effettuare le ricerche ed archiviare e catalogare i risultati.

  1. Archivio cartaceo: molti genealogisti preferiscono avere tutti i documenti o copie degli stessi su carta, ordinati per nucleo familiare o per periodo di tempo;
  2. Archivio digitale: altri preferiscono avere tutto in forma digitale sul proprio computer, portatile o da scrivania che sia;
  3. Sito per la geneaologia: altri ancora registrano tutte le informazioni nei loro alberi genealogici sui vari siti dedicati alla genealogia.

Questi strumenti non si escludono a vicenda, io per esempio ho un misto dei tre ed uso:

  1. un archivio cartaceo in raccoglitori, divisi per ramo o nucleo familiare, per tutti quei documenti, lettere, fotocopie che ho ricevuto in forma cartacea o per le notizie che ho preso durante le mie ricerche. Tali raccoglitori cartacei dovrebbero essere abbastanza maneggevoli da poterli portare con sè, p.es. se si va in vacanza in und luogo dove hanno vissuto i nostri antenati in modo da averli a portata di mano;
  2. un archivio digitale sul mio computer: ho digitalizzato ovvero scansionato ogni documento cartaceo che ho ricevuto o di cui ne entro in possesso od anche che ho solo in visione. Questo comprende anche passi o capitoli di libri o diarii, articoli, documenti, ecc. ed anche, ovviamente, una copia di quanto ho al punto 1.. Tali documenti digitali sono salvati sul mio computer ma anche nella cosiddetta cloud, in modo da averli a disposizione anche se il mio computer si potesse rompere o se comuqnue voglio accedervi da qualsiasi altro computer, p.es. quello portatile.
    Inoltre, sul mio computer fisso e su quello portatile, ho anche due programmi per la genealogia: FamilyTree Maker (anche noto come FTM) e FamilyTree Builder (anche noto come FTB).
  3. due siti per la genealogia dove aggiorno i dati man mano che li trovo: principalmente ancestry.it e myheritage.it. Parte della nostra foresta genealogica è anche su familysearch.org ed ovviamente su alcuni siti dedicati alla genetealogia o genetica per la genealogia ho quelle parti dell’albero che comprendono gli antenati in comune con eventuali corrispondeze DNA confermate.

Una volta stabiliti gli obbiettivi, i metodi e gli strumenti di lavoro prima iniziare le nostre ricerche dobbiamo renderci conto, dove cercare, quali fonti possiamo utilizzare.

3. Considerare le fonti a disposizione

Le fonti per le ricerche genealogiche sono molteplici. Con l’avvento dell’informatica e la digitalizzazione dei registri ed atti tali fonti sono per lo più disponibili via internet anche da casa, il che facilita di molto le ricerche permettondo anche di abbassare i costi per le stesse.

In ogni caso, includo qui una lista di alcune delle fonti possibili, nell’ordine di accessibilità per un genealogista dilettante e lontano dai luoghi dove i nostri antenati sono vissuti, ovvero un genealogista come me.

  1. il primo fra tutti, per le ricerche da casa con il computer o addirittura con il cellulare è ovviamente il sito del Ministero per i Beni Cultarali (anche noto come MiBAC: Ministero per i beni e le attività culturali), a cura della Direzione Generale per gli Archivi (DGA), e parte del Sistema Arvhivistico Nazionale (SAN), per i genealogisti italiani e stranieri comunemente e semplicemente chiamato antenati;
  2. il secondo è ovviamente familysearch.org (spesso abbreviato con FS),  sì, lo stesso sito citato prima, ma qui il focus è sulle ricerche e non nel creare un albero genealogico;
  3. anche ancestry.it e myheritage.it offrono la possibilità di fare ricerche su documenti digitalizzati, ma solo a pagamento, restando gratuita la registrazione per costruirvi il proprio albero;

Pur essendo ormai entrati nell’era digitale anche per la genealogia, non possiamo fare a meno dei documenti cartacei, quindi continuo la lista con gli stessi:

  1. Registri dello stato civile depositati presso gli Archivi di Stato, contenenti gli atti di Nascita; Matrimonio, compresi pubblicazioni e allegati; Morte; Cittadinanza;
  2. Atti, Copie Conformi, Estratti da richiedere allo Stato Civile del Comune di interesse;
  3. Registri parrocchiali, comprendenti gli atti di Battesimo; Matrimonio, compresi i cossiddetti processetti; Morte; Cresima; Stato delle Anime o Riveli;
  4. Liste di Leva e di Coscrizione così come i Fogli Matricolari, anche questi spesso depositati presso gli Archivi di Stato;
  5. Atti notarili, presso i notaii del luogo ed in alcuni casi depositati anche questi presso gli Archivi di Stato;
  6. Atti giudiziari, penali o civili, di solito depositati presso gli archivi dei tribunali;

La lista delle fonti possibili è molto lunga in quanto, a seconda di che vita hanno vissuto i nostri antenati, se erano benestanti o meno, famosi o no, potremmo trovare informazioni su di loro anche su giornali (p.es. negli annunci mortuari) o riviste:

  1. Riviste o giornali dell’epoca nella quale vissero i nostri antenati, alcuni disponibili anche in internet come p.es. la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (BNC).

Di una cosa molto importante non dobbiamo però dimenticarci: la nostra famiglia, i parenti vicini e lontani! Anche se metto questi due punti alla fine, questi dovrebbero essere consultati per primi, se possibile. Il tempo passa per tutti e forse quando vorremo sapere qualcosa e parlare con uno di loro, sarà ormai troppo tardi:

  1. Interviste o anche chiacchierate con i nostri parenti. Tali interviste possono essere strutturate o meno, possono partire da un semplice “raccontami di mio nonno” o anche avere domande specifiche come “dove e come si sono conosciuti i nonni?”;
  2. Inoltre, nelle nostre cantine e soffitte e spesso semplicemente nei nostri cassetti, si nascondono spesso tesori utili per le nostre ricerche genealogiche. Non solo nelle nostre ma anche in quelle dei parenti più o meno vicini, più o meno diretti: un certificato, un passaporto, una foto, una lettera, un diario. Qualsiasi cosa, se analizzata a fondo, potrà rivelarci un segreto di famiglia, potrà confermare o smentire una leggenda. Potrà aiutarci ad andare avanti o ad approfondire le nostre ricerche.

Ora sappiamo quali siano le possibili fonti per la ricerca genealogica, o almeno alcune di esse, a seconda di dove viviamo e di dove vivevano i nostri antenati. Finalmente possiamo quindi iniziare le nostre ricerche.

4. Regole per una efficace ed effettiva ricerca genealogica

No! Ancora un attimo.

Prima di iniziare le ricerche, per evitare gli errori che molti hanno fatto, me compreso, è consigliabile imparare alcune regole da seguire ed avere sempre in mente in modo da aumentare i successi e diminuire i fallimenti, dove per fallimento intendo anche il ricominciare più volte tutto daccapo, come appunto è successo a me più volte.

Si vedano quindi le regole per una efficace ricerca genealogica, alle quali è dedicato un capitolo a parte per non appesantire questo.

Ricordiamo qui la regola n.ro 4: “Non fidarti delle informazioni fornite da altri”. Andando indietro nel tempo questa regola è da applicare non solo alle storie di famiglia o ai dati presenti in alberi genealogici di altre persone, ma anche, purtroppo, agli atti stessi che abbiamo trovato. Per questo è sempre meglio avere più fonti che confermino un certo evento.

Infatti anche le date ed i luoghi, così come, a volte, cognomi e nomi, presenti negli atti devono essere considerati con prudenza, l’unica cosa certa al 100% è il luogo dove è stato stipulato l’atto.

Al giorno d’oggi siamo abituati a riempire formulari con tutte le informzioni personali come nome e cognome, data e luogo di nascita, inclusa la provincia, se non anche la regione, ecc.. Riempire i formulari significa anche che sappiamo leggere e scrivere, l’analfabetismo, se pur ancora esistente, è comunque raro. Inoltre siamo identificati univocamente con il codice fiscale, il che renderà forse più facile, per le generazioni future interessate alla genealogia, l’identificare univocamente gli antenati, almeno a partire dal 1973, anno dell’introduzione dello stesso in Italia.

Bisogna quindi tener presente che nei tempi passati, davanti all’ufficiale dello stato civile compariva un o una dichiarante, spesso analfabeta, che appunto dichiarava che un tale evento era avvenuto dando le informazioni che quella persona aveva, o credeva di avere.

  1. Il nome poteva essere quello usato comunemente in paese e non quello registrato all’anagrafe, sempre che l’ufficiale dello stato civile non conoscesse di persona il soggetto e non ne conoscesse anche il nome anagrafico. A volte si conosceva solo il soprannome. Confronta anche la regola n.ro 8, della quale questa può essere considerata un corollario;
  2. Per Il cognome, p.es. per le donne quello da nubile, poteva non essere conosciuto, dichiarando quindi il cognome del marito;
  3. Il luogo di nascita poteva non essere conosciuto o veniva comunque dichiarato quello supposto o approssimato, p.es. dichiarando il soggetto come nato, o proveniente, da una città mentre in effetti poteva provenire da un paese del circondario o da una frazione.

Per finire, ed è per questo che le ricerche genealogiche non si devono limitare alla consultazione di documenti inerenti le persone, bisogna tenere a mente che la storia dell’Italia è piena di cambiamenti e rivolgimenti. I confini non solo dell’Italia ma anche delle regioni, delle provincie e dei comuni, si sono spostasti nei diversi periodi, le giurisdizioni politiche e religiose sono cambiate nel tempo. Quella che oggi è Gela, in provincia di Caltannissetta, è segnata in alcuni registri come Terranova di Girgenti, quindi Agrigento, anche Santa Venerina e Bongiardo hanno cambiato le giurisdizioni col passare del tempo, per non dimenticare anche Acquasanta Terme e dintorni. Per questo bisogna

  1. fare ricerche geografico-storiche sui certi o presunti luoghi dove i nostri antenati hanno vissuto.

Ribadisco qui la regola n.ro 6: “Guarda attentamente i documenti“! Una volta che troviamo un documento, è preferibile annotare tutto, ma veramente tutto quello che troviamo su quel documento. Questo ci risparmierà in seguito molto lavoro e molti errori. Spesso quello che cerchiamo è proprio davanti ai nostri occhi ma, per usare un detto molto usato in Germania: “non riesco a vedere la foresta, per i tanti alberi che vedo davanti a me!” (in originale: “Den Wald vor lauter Bäumen nicht sehen“), nel nostro caso è proprio la foresta genealogica quella che desideriamo vedere!

5. Iniziare le ricerche genealogiche

Finalmente possiamo iniziare le nostre ricerche genealogiche.

  1. La prima cosa da fare è partire da noi stessi, dai nostri fratelli, dai nostri genitori e zii e dai nostri nonni.

Questo ci permette già di disegnare un piccolo albero genealogico. Ricordati di completare tutte le informazioni, con date e luoghi di nascita e se del caso, purtroppo, anche di morte. Le date ed i luoghi sono molto importanti, ricorda le regole 11, 12 e 13. Non sottovalutare l’importanza di date esatte (vedi più sotto la stima delle date).

  1. Decidi se includere in questo albero anche i tuoi figli, nipoti e cugini. Dipende dagli obbiettivi definiti da te.

Non perdere tempo e non rimandare: se puoi, parla immediatamente con i tuoi parenti, chiedi di storie di famiglia ed informazioni. Il tempo passa per tutti e se rimandi, forse domani sarà troppo tardi. Annota tutto, se possibile, dopo averne chiesto il permesso, registra le conversazioni, è più facile che annotare subito su carta e rende più veloce e dinamica la conversazione.

  1. Decidi tu se includere anche i pro-zii , ovvero i fratelli dei tuoi nonni ed i loro figli, ed i relativi rami collaterali.

Questo dipende dal fatto se si voglia andare più in profondità sulla linea paterna o materna o entrambe o più in larghezza ovvero includere tutte gli individui di ogni generazione, compresi i rami collaterali ed acquisiti.

Per esperienza personale, se si vuole utilizzare anche le analisi del DNA per trovare o ritrovare parenti lontani, è necessario avere un albero che comprenda più rami collaterali possibili. Spesso con le analisi del DNA si trovano cugini di 5° grado o oltre. Questo significa che l’ultimo antenato comune è circa 6 o più generazioni indietro. Per come si trasmette il DNA questo significa anche che l’antenato in comune cercato potrebbe non essere nella linea diretta.

Se i tuoi parenti sono lontani e non raggiungibili facilmente di persona o per telefono, come nel mio caso, tenta di contattarli per mail.

  1. Una nota a margine: se ci sono prelati in famiglia conviene consultarli al più spesso. Spesso sono loro che svolgono volentieri tali ricerche. Inoltre hanno più facile accesso ai registri parrocchiali ed in generale ai documenti in possesso della Chiesa (Cattolica).

Come detto in precedenza negli esempi sugli obbiettivi, la mia fortuna è stata di aver avuto due prelati in famiglia: uno dalla parte della mia nonna paterna ed uno da parte del mio nonno paterno. Questo mi ha permesso di espandere il mio albero genealogico arrivando, dalla parte materna, in men che non si dica addirittura a metà del 1700.

Attenzione, tutte le informazioni finora ricevute, sia che provengono dalle nostre conversazioni o mail con i parenti, sia che provengano dai prelati di famiglia devono essere verificate! Certo le puoi già inserire nel tuo albero, ma devi tenere sempre in mente che tutte le informazioni ed i fatti devono essere compravati da fonti documentali, se possibile è preferibile avere fatti compravati da più di una fonte scritta. Ricorda le regole 3, 4 e 7.

  1. Un consiglio personale è il mantenere due alberi genealogici.
    Il primo contenente i fatti comprovati, quindi contenente solo quelli per i quali abbiamo una o più fonti, di solito da mantere privato e non visibile ad altri, in modo da poter inserirvi anche le storie di famiglia e quegli eventi e fatti che forse noi o i nostri parenti non vogliono rendere pubblici (ricorda le regole 17 e 20).
    Il secondo contenente quei fatti comprovati che vogliamo o possiamo rendere pubblici più quei fatti per i quali abbiamo solo nomi, date o luoghi stimati o supposti. I siti ed i programmi che conosco io offrono la possibilità di copiare o muovere individuii da un albero ad un altro. Se tali fatti sono solo supposti o stimati è importante notarlo su questi alberi in modo da non confondere eventuali altre persone interessate (ricorda la regola 9).

Costruendo il nostro albero genealogico ci accorgiamo subito che per molti individui, soprattutto quelli più indietro nel tempo, ci mancano date e luoghi esatti, per limitare però le ricerche  dei documenti da consultare è importante considerare sia l’aspetto geografico come anche e soprattutto quell’aspetto temporale.

  1. Cercando l’atto di nascita di un antenato, se lo troviamo, è consigliabile spendere un pò di tempo nella ricerca dei suoi fratelli e sorelle nella stessa località. Forse troveremo altre informazioni importanti che ci potranno aiutare in ricerche succesive. Inoltre in tal modo forse possiamo restringere il periodo di tempo da considerare per la data di nascita dei genitori e cercarne gli atti.

Soprattutto per le date, la pratica ci insegna che è preferibile inserire nell’albero date stimate piuttosto che lasciarle in bianco. Per questo è utile a questo punto stabilire secondo quali criteri possiamo eseguire una stima delle date di nascita, di matrimonio o di morte.

Nel migliore dei casi abbiamo a disposizione la data ed il luogo di nascita del nostro antenato. Nel peggiore dei casi non abbiamo nessuna delle due informazioni e dobbiamo stimarle.

Stima dei luoghi

Durante le ricerche genealogiche è necessario a volte stimare il luogo dove è avvenuto un evento. o fatto per dirla in termini genealogici. Questo è dovuto a diversi fattori.

In primo luogo, come detto in precedenza, può succedere che la ricerca in una località indicata in un altro atto non da risultati, probabilmente quindi la località dichiarata in quell’atto non era corretta.

In secondo luogo, può essere che abbiamo solo un’idea di dove sia avvenuto un evento ma non sappiamo esattamente dove, ricordiamo la regola n.ro 15, secondo la quale, come avvenne in passato ed avviene tuttora, le persone si muovono.

Da non dimenticare è anche la tradizione, soprattutto in Italia, di sposarsi nel luogo di nascita o residenza della sposa, se non lo si conosce le ricerche saranno ancora più complesse.

Per ultimo, se cerchiamo i registri parrocchiali, dobbiamo considerare le parrocchie esistenti al tempo dell’evento e a quale diocesi appartenevano allora, considerando anche che forse tali parrocchie non esistono più o hanno cambiato diocesi.

In questo caso, quando il luogo di un evento è incerto o sconosiuto,  io procedo a spirale: parto da un luogo conosciuto o presunto, p.es. il luogo di nascita, residenza o morte dei genitori o dei figli, e procedo a spirale ricercando nei comuni limitrofi. Per fare ciò è sufficiente uno sguardo p.es. a [GoogleMaps].

Stima delle date

In genealogia si ripete continuamente, e lo faccio anch’io, che ogni fatto deve essere comprovato da fonti documentali. Ma se ci basassimo solo su fatti comprovati le nostre ricerche probabilmente si fermerebbero molto presto, per questo dobbiamo fare supposizioni (no, non è in contraddizione con la regola n.ro 5).

Come detto quindi, spesso dobbiamo stimare una data di nascita, di matrimonio o di decesso. Diversi genealogisti hanno diversi metodi per queste stime, qui mostro le mie scelte basate sulla mia esperienza e sul mio gusto personale.

Tali stime ovviamente dipendono dai dati in nostro possesso. Può essere che per un individuo abbiamo la data di nascita ma non quella di matrimonio, o quella di decesso e non quella di nascita, o quella del matrimonio ma non quella di nascita o decesso. Inoltre può essere che il nostro antenato sia indicato come testimone negli atti di un’altra persona non appartenente al nostro albero genealogico.

Andando indietro nel tempo, è sempre più probabile che abbiamo bisogno di stimare dette date, per questo mi sembra opportuno dedicare considerazioni e consigli un capitolo a parte, in modo anche da potervi accedere nel momento del bisogno.

Priorità della Consultazione dei Documenti

La cosa più logica che viene in mente in un primo momento è seguire il ciclo di vita naturale di una persona e consultare i registri secondo questo ciclo: nascita, battesimo, cresima, eventuale servizio militare, matrimonio (civile e religioso), nascita e battesimo dei figli, eventuali documenti sulla vita od il lavoro del soggetto, decesso ed estrema unzione, partecipazioni funebri, sepoltura.

Ma per le considerazioni sopra esposte, questo può essere difficile e potrebbe richiedere più tempo del necessario. In definitiva vogliamo costruire il nostro albero o foresta genealogici ed il numero di individui per i quali vogliamo ricercare salirà esponenzialmente.

In definitiva è una questione di gusti personali e di possibilità la successione con la quale consultiamo i documenti. Quanto segue quindi corrisponde al mio gusto ed alla mia esperienza personale. È il mio viaggio personale seguendo il sentiero che io preferisco. Non sono regole ed ognuno può e dovrebbe decidere per se quale via seguire.

Personalmente, preferisco per primo consultare gli atti di matrimonio, comprese le promesse di matrimonio, se in registri separati. In questi atti abbiamo in un colpo solo informazioni sugli sposi e sui suoi genitori così come a volte anche su altri parenti degli sposi. Possiamo quindi in tal modo aggiornare il nostro albero genealogico per ben sei persone.

Inoltre, se disponibili, consulto anche gli allegati al matrimonio (nei registri parrocchiali anche chiamati processetti), questi infatti contengono eventuali dispense o permessi ad eseguire il matrimonio (p.es. in caso di consaguineità o di età minore di uno od entrambi gli sposi), atti di nascita degli sposi e dei loro genitori e per quest’ultimi di morte, se già scomparsi al momento del matrimonio. In questi allegati (o processetti) spesso si trovano documenti che ci rivelano la vita degli sposi e dei loro parenti.

Se disponibili, consulto quindi i censimenti, tra i registri parrocchiali corrispondenti agli stati delle anime (anche detti riveli). In tali documenti infatti sono annotati tutti i componenti del nucleo familiare che stiamo considerando, spesso anche con i cambiamenti in tale gruppo familiare, cambiamenti dovuti a decesso, matrimonio, emigrazione, ecc.. Pertanto questo tipo di documenti è una fonte preziosa per espandere in un colpo il nostro albero genealogico e soprattutto per chiarire le relazioni di parentela degli antenati, infatti in tali documenti è annotato chi viveva nello stesso luogo, quindi a volte anche zii e nonni.

In seguito quindi cerco gli atti di nascita e gli atti di morte.

Per gli uomini consulto quindi, sempre se disponibili, le liste di leva, le liste di coscrizione ed i fogli matricolari.

Anche il registro delle cresime può fornirci informazioni utili per espandere il nostro albero: spesso i padrini erano infatti parenti del cresimando o della cresimanda, e la relazione di parentela è solitamente annotata. Inoltre, spesso nelle famiglie fratelli e sorelle erano cresimati lo stesso giorno (io stesso p.es. sono stato cresimato lo stesso giorno di mio fratello Daniele).

Per ultimo consulto anche le liste di immigrazione negli Stati Uniti, in Sudamerica o in Australia, a seconda delle informazioni e storie di famiglia. Siti come ancestry e myheritage offrono a pagamento la possibilità di consultare tali liste.

Questa è la descrizione del mio viaggio verso il mio, il nostro, passato. Tale viaggio non è ancora finito e prosegue con successi, fallimenti e muri da oltrepassare.

Conclusioni

Per concludere vorrei ricordare le Regole 6 e 3. Spesso i genealogisti dilettanti sono talmente entusiasti di aver trovato gli atti di un nonno o di un bisnonno che presi dalla foga e dal successo si accontentano di annotare giusto nomi e date e proseguono a cercare. L’esperienza mi dice però che prima o poi dovranno tornare di nuovo sugli stessi atti, forse anche più di una volta.

Non mi stanco mai di ripeterlo: bisogna annotare per prima cosa la fonte (per le risorse in internet p.es. l’indirizzo internet, il percorso per arrivare al documento, anche il nome dell’immagine), in secondo luogo è importantissimo annotare tutte le informazioni presenti sul documento, nomi, anche dei testimoni, luogo di residenza, professioni, se erano analfabeti o no, e se non lo erano, salvare sul proprio computer anche l’immagine delle firme.

Prima o poi e soprattutto se si ha un cognome molto diffuso nella zona ed inoltre poiché probabilmente i nostri antenati seguivano le tradizioni come esposte parlando di onomastica, e considerando che andando indietro nelle generazioni abbiamo sempre più antenati che avevano probabilmente fratelli, capiterà prima o poi di trovare più individui con lo stesso nome e cognome. Sarà quindi nostra cura stabilire quale degli individui trovati è effettivamente il nostro antenato. Ed è qui che l’incauto genealogista che non ha annotato tutto dovrà tornare indietro sugli atti che ha già consultato, se riuscirà a trovarli nel caso non abbia annotato esattamente la fonte.

Inoltre, con gli atti disponibili in internet, può anche capitare che un giorno non si possano più consultare, la qual cosa rallenterà notevolmente le nostre ricerche o rappresenterà per noi una perdita irreparabile. Parlo di archivi in internet ma lo stesso si applica anche e soprattutto ai documenti cartacei: disastri naturali possono succedere in qualsiasi momento. Terremoti, inondazioni, incendi succedono anche ai giorni nostri.

Con queste ultime note chiudo qui questo capitolo ed auguro un buon viaggio nel passato a chiunque sia interessato a conoscere più da vicino la storia dei suoi antenati forse anche per capire, perché siamo diventati quello che siamo.

Buon viaggio.


L’immagine dell’intestazione rappresenta la parte del Cammino di Santiago de Compostela in territorio francese verso il nord della Spagna ed è di José Antonio Gil Martínez from Vigo, Spain – Camino de Santiago Uploaded by tm, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=26175768.

[1] Riproduzione di Napoleon Sarony – Library of Congress, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9816614.

[2] Traduzione propria dall’inglese di Oscar Wilde (Dublino 1854-Parigi 1900). Lady Windermere’s Fan, Act 3, Dumby.
Experience is the name every one gives to their mistakes.“.