Book Discussion: Robert I. Sutton’s „The No Asshole Rule“
Questo articolo è una discussione approfondita del libro di Robert I. Sutton, The No Asshole Rulei, preparata in conformità con le linee guida per la certificazione IPMA Livello A. Esplora il fenomeno delle persone “sgradevoli” in ambito lavorativo, i loro effetti e le strategie per gestirle.
Introduzione
L’articolo inizia con un’analogia sulla strada per introdurre il concetto di asshole (persona sgradevole/bulla, in italiano, in sintesi, stronzo) e la difficoltà di descrivere le sensazioni che queste persone evocano.
Vengono elencati vari sinonimi, ma si sottolinea come nessuno catturi appieno il significato emotivo del termine originale.
Storia
Si ripercorre la genesi del concetto: Robert I. Sutton PhD lo affrontò per la prima volta nel 1992.
Successivamente, nel 2003, la Harvard Business Review gli chiese un saggio sulla regola, che venne pubblicato nonostante la parola asshole fosse considerata oscena, proprio per la sua autenticità e richiamo emotivo.
[nota dell’autore: proprio per lo stesso motivo mantengo qui il termine stronzo invece del più gradevole persona sgradevole/bulla]
Questo portò l’autore a ricevere numerose testimonianze e a scrivere il libro.
Molteplici Scopi
L’articolo evidenzia i sei scopi principali del libro di Sutton, che include storie di vita reali per mostrare:
- gli effetti del bullismo sui dipendenti,
- come riconoscere i bulli,
- come sopravvivere in un ambiente di lavoro contaminato da essi,
- i danni economici per le organizzazioni,
- come implementare la regola,
- e come applicarla come stile di vita.
1. Sofferenza
Questa sezione descrive la sofferenza causata dai bulli.
I capi che usano ridicolo, umiliazioni e insulti possono subire contraccolpi nella loro carriera.
Le vittime dirette soffrono danni mentali e fisici, con conseguente insoddisfazione lavorativa, scarse prestazioni, ansia, insonnia e depressione.
Anche i colleghi, parenti e amici subiscono a causa dell’empatia o diventando a loro volta bersagli, e le vittime stesse possono sviluppare comportamenti simili.
Le organizzazioni subiscono danni economici a causa dell’aumento del turnover, assenteismo e diminuzione dell’impegno.
2. Riconoscere
L’autore [NdC: Prof. R.I. Sutton, PhD] elenca dodici azioni comuni, The Dirty Dozen (La Sporca Dozzinaii), tipiche di un capo sgradevole, tra cui insulti personali, invasione dello spazio personale, minacce, scherzi sarcastici, e-mail offensive, umiliazioni pubbliche e il trattare le persone come invisibili.
Si fa una distinzione tra assholes temporanei e certificati, basata sulla persistenza del comportamento.
Si discute anche come la tossicità di queste persone possa portare altri ad agire come loro, suggerendo di resistere all’inizio del contagio.
La Dirty Dozen può anche servire come auto-test per valutare il proprio comportamento.
3. Sopravvivere
Questa sezione offre consigli su come sopravvivere in un ambiente di lavoro ostile se non si può semplicemente lasciare il lavoro.
Le strategie includono cambiare la propria mentalità (evitando l’auto-colpa, aspettandosi il peggio), sviluppare distacco emotivo, abbassare le aspettative e concentrarsi sul lavoro.
Si suggerisce di cercare gruppi di supporto, limitare l’esposizione alla persona sgradevole e circondarsi di persone positive.
Combattere può aiutare, ma è meglio puntare a piccole vittorie.
4. Costi
Si discute l’importanza di calcolare il Costo Totale degli Stronzi per le organizzazioni, includendo parametri come il tempo speso con manager e risorse umane, i costi di reclutamento, formazione e straordinari, e i costi legati alla gestione della rabbia.
Vengono suggeriti ulteriori parametri come il degrado delle prestazioni del team e i costi delle assenze per malattia.
5. Implementazione
Questa sezione affronta la sfida di implementare la regola in grandi organizzazioni.
Si sottolinea l’importanza di rendere la regola pubblica e di applicarla concretamente, ad esempio attraverso politiche scritte e durante il processo di assunzione (valutando le referenze, la competenza professionale e coinvolgendo i dipendenti nel colloquio).
La regola dovrebbe applicarsi a tutti, non solo ai dipendenti.
Viene messa in guardia contro la promozione di persone che abusano del potere e contro il giudizio affrettato, riconoscendo che tutti possono avere una brutta giornata.
Vengono presentati i Dieci Passi Fondamentali per implementare la regola, che vanno dal dirla e scriverla, al liberarsi rapidamente delle persone problematiche, al trattarle come dipendenti incompetenti indipendentemente dalla loro produttività.
Si enfatizza l’importanza di ridurre le differenze di status e di promuovere il confronto costruttivo.
6. Vivere
L’articolo conclude che la regola può diventare un modo di vivere, anche se difficile, data la capacità di pochi individui sgradevoli di sopraffare la civiltà della maggioranza.
L’importante è agire, non solo parlare.
Il processo inizia guardandosi allo specchio, riconoscendo che gli stronzi siamo noi!.
Non Solo sui Capi
Viene ampliata la discussione al di là dei capi, considerando l’applicazione della regola in organizzazioni temporanee come programmi o progetti.
Si analizzano scenari diversi, da progetti interni a team affiatati a contesti complessi multi-culturali e multi-vendor.
Si evidenzia come le differenze culturali o la mancanza di chiarezza nei ruoli possano generare comportamenti sgradevoli.
L’autore condivide la sua esperienza trentennale nell’IT, specialmente in progetti in Germania, dove ha riscontrato conflitti simili.
Si discute come i Capi Progetto possano essere bersaglio di attacchi da parte di concorrenti e l’importanza di abilità politiche, diplomatiche e professionali per gestire tali situazioni.
Si suggerisce di evitare il confronto diretto e di rimanere concisi e professionali, e di considerare di lasciare il progetto o l’azienda se la situazione è insostenibile, non come una debolezza ma come ricerca di valori etici più elevati.
Sull’Edizione Tedesca
L’autore esprime il proprio disappunto per la traduzione tedesca del titolo (Der Arschloch-Faktor: Il Fattore Stronzo) e del sottotitolo del libro.
Ritiene che la traduzione non colga la forza e l’imperatività della regola (Rule) originale e che abbia perso il senso di sopravvivenza presente nel testo originale.
Viene criticata anche la scelta di tradurre No Asshole Rule con Anti-Arschloch Regel, (Regola Anti-Stronzi) preferendo Kein-Arschloch-Regel (regola Niente Stronzi).
[NdC: anche il titolo italiano Il metodo antistronzi personalmente non piace e ritengo non colga a fondo il concetto, poiché nel libro si evidenzia più come sopravvivere agli stronzi che come eliminarli]
i Robert I. Sutton Ph.D (* 1954, Chicago, IL, USA), The No Rule: Building a Civilized Workplace and Surviving One That Isn’t. Dublin, 22 febbraio 2007, Business Plus. ISBN: 978-0759518018.
ii È un riferimento al film Quella sporca dozzina (in inglese appunto The Dirty Dozen) film del 1967 diretto da Robert Aldrich (* 9 agosto 1918, Cranston, RI, USA; † 5 dicembre 1983, Los Angeles, CA, USA) .