“Non ci rende nobili un ingresso pieno di ritratti affumicati;
nè alcuno è mai vissuto per dare a noi la gloria
nè ci appartiene quello che è stato prima di noi:
è l’anima a renderci nobili,
la quale può da qualunque condizione iniziale
ergersi al di sopra della fortuna.” [2]
Lucius Annaeus Seneca
Storie di famiglia raccontano come la nostra sirpe dei Greco sia in qualche modo legata ai nobili Greco della Sicilia. In particolare papà ricorda come i nostri parenti, ancora abitanti ad Acireale negli anni ’80 e ’90 del XX Secolo, fossero molto orgogliosi di esserne discendenti. Il quadro rappresentato qui a sinistra è considerato in famiglia come una prova di tale asserzione. Ricordo che era in possesso di nonno Nello, non so però se lo avesse fatto fare lui o se l’avesse ereditato o ricevuto in regalo da qualcun altro. Lo aveva Daniele e superò quasi incolume anche l’incendio sviluppatosi a casa sua. Infine nel 2019 me lo diede su mia richiesta per conservarlo e custodirlo.
Questa storia potrebbe essere vera, ma da genealogista, ricordando le regole per le buone ricerche, sento il dovere di accertarmi di una tale affermazione e di cercare quindi prove documentali per confermarla… o per confutarla definitivamente.
La prova inconfutabile della veridicità di tale storia potrebbe essere rappresentata da una cossiddetta lettera di nobiltà o lettera di privilegio. Fino ad oggi (Nov.2020) non ho potuto visionare una tale lettera.
Le vie da prendere sono quindi due: la prima parte da Salvatore Greco marito di Anna Sciuto, e va indietro ricercando non solo la sua linea diretta ma anche i vari rami collaterali, ovvero i suoi fratelli ed i suoi zii, ecc.. La seconda via parte invece dai Greco nobili noti, andando avanti nel tempo fin quasi all’epoca contemporanea.
L’incrocio delle suddette vie sarebbe quindi la prova della nostra relazione con i nobili Greco.
Per la prima delle due vie vedi la ricerche sui Greco ad Acireale e dintorni. Per la seconda via, vediamo innanzitutto quali sono i nobili attestati che portano il cognome Greco.
I Greco in Araldica
In [Crollalanza1890, Vol. I, pag. 499] si legge: “GRECO di Palermo. Ebbe nel 1752 l’investitura del feudo di Valdina con titolo marchionale. – Giuseppe governatore del Monte nel 1767. – Arma: D’azzurro, alla cometa d’argento accompagnata da tre conchiglie dello stesso, due nel capo ed una in punta.”
Da notare che qui si parla dei Greco di Palermo e che il titolo di Marchese viene dato per Valdina in provincia di Messina, più vicina ad Acireale. Potrebbe quindi questa essere una prima traccia nella giusta direzione. Per inciso, una relazione di parentela con tali Greco è all’attuale stato delle ricerche da considerare molto improbabile o comunque non documentata.
Anche i Greco nella provincia di Catania compaiono nei libri del tempo, per esempio un Filippo Greco e Piazza che nel 1710 ottenne il titolo di Barone di Santa Margherita (tra Acireale e Giarre, CT), un Antonino Greco che nel 1775 ottenne il titolo di Barone della Torre (di quale torre si tratti non è chiaro) e un Giuseppe Greco che nel 1804 e 1805 era acatapano[3]0 nobile ad Acireale (CT). Possibile è che questo Giuseppe sia il nostro collegamento con la nobiltà. Se questo Giuseppe abbia però qualche relazione di parentela con i citati Greco di Palermo è lo stesso da dimostrare.
L’Heraldrys Institute of Rome, su mia richiesta, specificando che le mie ricerche riguardavano i Greco della provincia catanese e non palermitana, mi ha fornito le seguenti informazioni:
Antica ed assai nobile famiglia siciliana, con residenza nella cittá di Acireale, propagatasi, nel corso dei secoli, in diverse regioni d’Italia. La casata, nel dispiegarsi dei lustri, sempre è riuscita a produrre una serie di uomini che hanno reso illustre il suo nome, nei pubblici impieghi, nelle professioni liberali ed ecclesiastiche e nel servizio militare.
Fra questi, senza nulla levar al valore degli omessi, contasi: un Baldassarre, che fu procuratore fiscale del tribunale del Real Patrimonio, nel 1682; un Vincenzo, che fu giudice della Regia Udienza in Messina nel 1693, della Corte Pretoriana in Palermo nel 1696-96 e della Gran Corte del Regno nel 1967; un Filippo Greco e Piazza che, con privilegio del 7 gennaio 1710, ottenne il titolo di Barone di S. Margherita; un Antonino che, con privilegio del 23 dicembre 1775, ottenne il titolo di Barone della Torre; un Giuseppe, che fu acatapano nobile in Acireale nell’anno 1804-5.
Altro ramo è la nobile famiglia palermitana che conta molti altri nomi.
Ovviamente, essendo un servizio a pagamento, hanno semplicemente fornito le informazioni che avevano, senza fare delle vere ricerche genealogiche. Ed in effetti le informazioni fornite da quell'”Istituto” (le virgolette sono messe di proposito) le si trovano nei libri di araldica in commercio o su [GoogleBooks]. Anche per i Greco della provincia Catanese mi mancano ad oggi i documenti comprovanti un rapporto di parentela con la nostra famiglia.
In [Gaetani1759] compaiono diversi Greco, alcuni dei quali già citati dal [Crollalanza1890, Vol. I], che riporto nella seguente tabella:
Nominativo | Periodo | Note |
Cristofero Greco | 1444-1445 | Compare nella lista dei Capitani Giustizieri, e i Giudici della Cittá di Palermo come “Giud. delle Appell. presso Ferr.” [3 – 8. Ind. Pag. 216] |
Lorenzo Greco | 28.07.1587 | Notaio a Palermo. [A1 Pag. 246] |
Greco | 08.01.1599 | Notaio a Catania: “Notar Lorenzo Damiani e Greco”. [A1 Pag. 356] |
Giambattista Greco | 27.05.1609 | Citato in una transazione contabile. [A1 Pag. 432] |
Vincenzo Greco | 1693-1696, 1698-1699, 1708-1709 | Compare nella lista dei Capitani Giustizieri, e i Giudici della Cittá di Palermo: „che fu nominato dal Capitano, e prese possesso a 4. Novembre 1965. G. 4 f.69, notandosi l’atto di essi Giudici e tre insieme…“ [3 – 4. Ind. Pag. 28] e come Giudice della Sala Civile nella lista dei Presidenti e Giudici della Regia Gran Cortea a Palermo. [1 Pag. 242] Indicato anche come „Don Vincenzo Greco Giud.“ [3 – 8. Ind. Pag. 264] |
Giovanni Greco | 1703-1708, 1710-1718, 1723-1728, 1732-1733, 1738-1743 | Citato nella lista dei Capitani Giustizieri, Senatori, e Giurati della Città di Siracusa tra l’altro come come “Grandi Giur. Nob.”. [3 – 1. Ind. Pag. 373] |
Baldassarre Greco | 1717-1718 | Compare nella lista dei Capitani Giustizieri, e i Giudici della Cittá di Palermo come “Giud. delle Appell.” [3 – 11. Ind. Pag. 30] |
Salvadore Greco | 1739-1741, 1743-1744, 1748-1749, 1752-1753, 1755-1756 | Compare nella lista dei Capitani Giustizieri, e i Giudici della Cittá di Palermo come “Giur.Pop.” [3 – 3. Ind. Pag. 377] |
Ignazio Maria Greco | 31.07.1752 | Barone di S. Margherita, citato in un contratto. [2 Pag. 552] Marchese di Valdina. [A1 Pag. 431]Prima del 1763 sposa Giustina Giacomazzo, deceduta a Palermo il 23.04.1765, sepolta presso i Frati Cappuccini. [A1 Pag. 431]Verso/dopo il 06.08.1763: deceduto a Bivona. [A1 Pag. 431] |
Giuseppe Maria Greco | 1756-1768 | Figlio di Ignazio, sposato con Dama Settimo. Marchese di Valdina dal 06.02.1764. Barone di S. Margherita e di S. Vincenzo. Appartenente ai Nobili Governatori del Monte di Pietà di Palermo negli anni 1767 e 1768. […-A1 Pag. 431] Il 3, 4 e 5.05.1756 celebra a Palermo le feste per il suo sposalizio con Emmanuela di Settimo e Settimo, figlia di Luigi e di Caterina Settimo [2 Pag. 552]. Appartenente ai Nobili Governatori del Monte di Pietà di Palermo. [A1 Pag. 431] |
Rosa Greco | 29.04.1758 | Figlia di Ignazio, sposa Francesco Grugno Seniore, Duca delli Gassi, vedovo di Margherita Cannata dei Marchesi di Scuderi. [A1 Pag. 333] |
Questa seconda via ovviamente non è ancora terminata. Oltre al consultare i vari libri di araldica, sarebbe opportuno consultare anche i registri dello stato civile e quelli parrocchiali, che però non vanno indietro fino al 1700.
Non si può comunque parlare di araldica senza parlare anche di quale era il blasone o stemma della famiglia Greco ed in particolare del quadro ora in mio possesso.
Il Blasone della Famiglia Greco
All’inizio di questo articolo, a sinistra c’è una riproduzione del quadro con il blasone della famiglia Greco, come detto mandatomi da mio fratello Daniele e presente nei miei ricordi, appartenente allora a nonno Nello.
L’autore del quadro è a me ignoto, così come mi è ignoto quale fosse il modello usato per esso e se i simboli rappresentati nel quadro (come per esempio la corona e le foglie) abbiano un significato specifico o siano stati scelti dall’artista come semplice ornamento.
Di seguito riporto comunque il significato dei vari elementi componenti il quadro, assumendo che l’artista o il committente abbiano avuto conoscenze araldiche tali da voler esprimere con i simboli i significati riportati qui sotto.
La Corona
Nei libri di araldica (per esempio [neubecker2002] ripreso anche da [cordero2014]) la corona con cinque perle è indicata come di “Nobile senza Titolo” o di “Briefadel”, ovvero individui probabilmente della classe borghese eletti nobili, o per eventuali contributi significativi alla società o semplicemente dietro pagamento.
Tale corona era anche usata da nobili o loro discendenti che non essendo primogeniti non potevano ereditare il titolo originario.
In altri testi (per esempio [valfrei1996]) tale corona è indicata come “Corona Tollerata di Nobile”.
Lo Scudo
Lo scudo è di tipo sannitico o anche detto francese moderno.
La forma dello scudo[4] era una questione più che altro di moda e non sembra aver avuto un particolare significato. Questa però ci permette di datare la comparsa del primo stemma della famiglia Greco, almeno in questa forma, poiché tale detta sannitica o francese moderna è in uso solo dal XIII secolo d.C..
Nel quadro lo scudo è rappresentato avente un’”ombra”, probabilmente per dare un carattere tridimensionale allo stesso.
L’Arma
Come detto sopra lo scudo è di colore azzurro. Tale azzurro non è quello del cielo come si potrebbe pensare in un primo momento. In araldica[5] (e quindi anche nel citato libro) con “azzurro” si indicava il colore del lapislazzulo, quindi un blu più scuro e di intensità maggiore. L’azzurro rappresenta virtù elevate come devozione, fedeltà e giustizia.
Nei cantoni destro e sinistro del capo[6] così come nel punto della punta (o piede) compaiono tre conchiglie bivalve orecchiate, di colore argento. La conchiglia[7] in araldica simboleggia le crociate o i pellegrinaggi. In particolare la cosiddetta conchiglia di Santiago, come quelle usate nello stemma, indica il pellegrinaggio sul Cammino di Santiago (in Italiano noto come Cammino di San Giacomo, in Tedesco Jakobsweg) che porta a Santiago di Compostela (E).
L’argento[8] è simbolo tra l’altro di purezza, umiltà, equità e di nuovo come l’azzurro di giustizia.
Gli ornamenti
Per i rametti disegnati sotto lo scudo ho chiesto sia ad alcuni esperti di araldica che di flora, ottenendo opinioni divergenti, se essi siano solo un ornamento o abbiano anche loro un significato, come per esempio quelli dell’emblema della Repubblica Italiana (Olivo per pace e Quercia per forza e orgoglio). Anche sull’identificazione della pianta non c’è stato accordo.
Il maggior consenso, assumendo che le foglie nel quadro rappresentino una pianta presente nella Sicilia orientale nelle zone vicino l’Etna, l’hanno ricevuto il faggio (Fagus sylvatica asplenifolia) e il vilucchio rosso (Convolvulus althaeoides). Il significato simbolico del Faggio è quello di aumentare le possibilità che un desiderio sia esaudito o di aiutare gli artisti stimolandone la fantasia e la creatività. Quello del vilucchio è di caparbietà e convinzione.
Conclusioni
In internet si trovano alcuni stemmi della famiglia Greco, per esempio sulle pagine del Heraldrys Institute of Rome[9]. Da notare come su questo stemma la corona è di Marchese, pertanto probabilmente si riferisce ai Greco di Palermo ovvero ai marchesi di Valdina. Inoltre la forma dello scudo è anche diversa, trattandosi in questo caso di uno scudo detto gotico antico.
In ogni caso, l’azzurro usato negli stemmi della famiglia Greco è un “azzurro cielo”, che contrasta con le ricerche effettuate sulla cromografia e significato dell’azzurro come descritto dal Crollalanza.
Sulla base del quadro e della descrizione sul Crollalanza e della descrizione dell’azzurro araldico, così come mandando una foto del quadro di cui sopra, ho fatto riprodurre elettronicamente da una società specializzata il Blasone della famiglia Greco, che si può vedere qui sotto.
Inoltre, nel 2018 ho fatto fare da un’altra società specializzata nella produzione di stemmi (detti in Marina Crest) anche uno per la nostra famiglia, che con piacere ho inviato ad alcuni parenti.
Curiosità
La famiglia Greco di Rossano[10] in provincia di Cosenza usa uno stemma completamente diverso: “d’azzurro, alla ‘Y’ d’oro sormontata da un chiavistello del medesimo, al capo in arco di rosso sostenuto da una divisa centrata d’argento e caricato di tre stelle di quest’ultimo”.
Ad oggi non si conosco rapporti di parentela con tale famiglia.
L’immagine nell’intestazione è di mia proprietà, così come il copyright: © 2017-2020 Roberto S. Greco.
[1] Quadro in mio possesso. Foto di Daniele.
[2] “Non facit nobilem atrium plenum fumosis imaginibus; nemo in nostram gloriam vixit nec quod ante nos fuit nostrum est: animus facit nobilem, cui ex quacumque condicione supra fortunam licet surgere.“, Traduzione propria dal latino di Lucio Anneo Seneca (Lucius Annaeus Seneca – Cordova 4 a.C.-Roma 65 d.C.). Epistulae morales ad Lucilium, Libro V, Paragrafo 44. in L. Annaei Senecae ad Lucilum Epistulae Morales Selectae für den Schulgebrauch di G. Hess, pag. 70 ([hess1890]).
[3] L’origine dell’ufficio di acatapano è antichissima: se ne comincia a parlare già nel 975 ma, soltanto nel 1095 si ha menzione della presenza di un acatapano in Sicilia. Federico II di Svevia assegnava a tale figura la determinazione delle mete e il controllo dei pesi e delle misure.
[4] https://it.wikipedia.org/wiki/Scudo_(araldica).
[5] https://it.wikipedia.org/wiki/Azzurro_(araldica)
[6] https://it.wikipedia.org/wiki/Scudo_(araldica)#Tavola_di_aspettazione
[7] https://it.wikipedia.org/wiki/Conchiglia_(araldica)
[8] https://it.wikipedia.org/wiki/Argento_(araldica)
[9] https://www.heraldrysinstitute.com/
[10] https://www.tenutaciminatagreco.it/