Prologo
Era una bella giornata di Giugno, una come tante, la brezza marina rinfrescava e portava il buon odore di salsedine.
Era sera, e molti erano andati come sempre sul lungomare, per passeggiare, chiacchierare, scambiarsi opinioni, discutere su quello che stava succedendo.
“Hai letto cosa è successo in America?” “Del sommergibile che è andato a cozzare contro quella povera balena?” “Sì, chissà cosa ne hanno fatto!” “Non so, ma gli Americani sono pratici, non avranno sprecato neanche un grammo del grasso”. “Hai visto che bella la Principessa Giovanna con il Re, a Cagliari, a quel matrimonio?” “Beati loro! credi che i dolci nuziali sardi siano così buoni come i nostri?” “Perché no?”.
Il giovane, un bell’uomo, elegante, sui trent’anni, passeggiava anche lui sul lungomare e pensava al tempo passato, a ciò che aveva vissuto o sopravvissuto in quei lunghi tre anni di una guerra senza senso dove aveva perduto suo fratello di un solo anno più vecchio di lui.
Pensava anche all’altro fratello e alle sorelle, che avevano lasciato l’amata patria per recarsi nella terra “delle infinite possibilità”. Ormai saranno circa sette anni che sono partiti. Per fortuna la più piccola è rimasta qui. E lui? Che cosa faceva ancora qui? Doveva anche lui partire? Ma lui amava questa terra, questo mare. E poi qui ci sono ancora Mamma e Papà… e la sorella minore. Però qui la situazione non è molto bella. Che fare?
Davanti a lui il mare, dietro di lui il maestoso vulcano, imponente, che ogni tanto sbuffava e a volte portava anche distruzione. I suoi trisavoli persero quasi tutto dopo un’eruzione. Tanti olivi, castagni ed aranci. Spazzati via dalla lava fumante. È proprio vero “La vita è una commedia”.
“Che fai così pensieroso, a passeggiar da solo?” lo apostrofò un amico di lunga data. “Penso. Al passato e al futuro” – “Lo so, è difficile al momento. È un’era di cambiamenti, di irrequietudine. Mi chiedo cosa farà il governo.” – “Il governo è lontano, alla capitale. Noi siamo qui, ora, con le nostre preoccupazioni e i nostri pensieri. Mi domando, cosa farò io.” – “Senti, se hai bisogno, conosco qualcuno in un agenzia che fa pubblicità sui periodici. Puoi guadagnar bene e diventar famoso!” – “Famoso? io? a me basterebbe trovare una brava donna da sposare, un lavoro pulito, fondare una famiglia. Ma in fondo è quello che vogliono tutti, no?” – “Sì hai ragione. Tutti lo vogliono, ma pochi osano”. E dopo alcuni passi in silenzio, l’amico riprende
“Senti, facciamo così, io parlo con il commendatore, quel mio conoscente, poi ti faccio sapere” – “Va bene, ci vediamo”.
Oltremare
Era una bella giornata di Agosto, una come tante, la brezza marina rinfrescava e portava il buon odore di salsedine.
“Le belle bagnanti gironzolavano in succinti costumi da bagno, come le farfalle alla sorgente, specie le belle e cicciose Cairote mettevano in mostra il più possibile la loro struttura anatomica, da sfidare le ondine delle spiagge d’europa. Ma, la vera eleganza e il portamento signorile, erano delle nostre simpatiche “Silhoutte” Alessandrine, che nei costumi ultimo grado, dalle forme scultoree, con i seni provocanti, i capelli al vento, si cullavano fra le onde.”[1].
Un gruppo di ragazze, cugine ed amiche di scuola, ventenni, spensierate, dopo aver passato la giornata sulla spiaggia, si ritrovarono in un Caffè, per rinfrescarsi, chi con una bevanda, chi con un gelato o un sorbetto.
“Guardate, finalmente è arrivato il settimanale dall’Italia! Guardiamo cosa succede in patria” – “Guarda, in Inghilterra hanno costituito un corpo dei Vigili del Fuoco esclusivamente femminile” – “Davvero? Credi sia un lavoro da donna?” – “Perché no? Io lo farei, إن شاء الل [2]! Tu no?” – “Io? Guarda, devono saltare dalla finestra! Io proprio no. Volta pagina, dai!” – “Leggiamo questo romanzo? ‘Il Mago di Giovinezza’” – “Non ora… e poi, scusami, siamo giovani! Non abbiamo bisogno di un mago! Vai avanti.” – “Regardez ce que les Français ont fait ensemble!” – “Que ont fait?” – “Au Tour de France. Une voiture a suivi les cyclistes. Était la première fois.” – “Poverini, forse per questo correvano così veloci!” – “Guarda a Napoli, hanno di nuovo incendiato il campanile della Chiesa del Carmine!” – “Sì, ma è una tradizione che si ripete ogni anno.” – “Facciamo il concorso? Possiamo vincere 250 Lire Italiane” – “I concorsi sono alla fine della rivista. Guardiamo ancora che articoli ci sono” – “È tutto troppo serio. Non ne ho voglia ora. Dai, sfoglia in fretta” – “Ferma, aspetta!”
Una delle giovinette fissò lo sguardo su una pagina.
“Ti interessa il dentifricio Dentol? Quello antisettico?” – “Hmmm?” – “O vorresti uno dei dischi della Società Nazionale del Grammofono?” – “Ma no, niente. Sfoglia pagina.” – “Credo tu stessi fissando quel bell’uomo, nella pubblicità della Proton! Chi è? Lo conosci?” – “Ma no, ti ho detto sfoglia pagina.”
Le ragazze, insieme, ridacchiando: “È proprio un bell’uomo” – “Guarda che eleganza” – “Che signorilità” – “Ma perché non gli scriviamo?” – “Sì, sì” – “Scrivigli tu. Digli che lo vuoi conoscere.“ – “Io? Perché proprio io?” – “Guarda, abita a Santa Venerina. Non è molto distante da Messina. Tu ci vai ogni estate in vacanza con i tuoi genitori.” – “E va bene. Scriverò alla rivista e poi a lui!”.
Epilogo
Era una bella giornata di Settembre, una come tante, la brezza marina rinfrescava e portava il buon odore di salsedine in quel di Santa Venerina, vicino ad Acireale, in Provincia di Catania, dove il giovane ricevette una lettera dall’oltremare.
Dopo quella pubblicità sulla rivista, di lettere ne aveva ricevute molte. Ma nessuna dall’Egitto! Da Alessandria d’Egitto! La città del faro, la città di Cleopatra, Cesare e Marcantonio, la cosmopolita città della famosa biblioteca. Incuriosito più che mai aprì la busta. Una scrittura elegante ed un Italiano colto, anche se a volte con espressioni che suonavano quasi più arabe che italiane. “Ma sì, rispondiamole” pensò.
… dopo qualche tempo …
Il giovane è ora a Messina, batte col picchiotto ad una porta. La ragazza si affaccia al balcone, lo vede e corre dentro.
“Mamma, mamma, è venuto!” – “Chi è venuto, figlia mia?” – “Nello!” – “Nello? … Nello chi? … ma chi è questo Nello?”
Ed è così che la giovine raccontò alla mamma tutta la storia, la pubblicità vista sul settimanale italiano e la corrispondenza avuto con il giovane.
“Cosa? un estraneo a casa nostra? Cosa vuole? Gesù e Maria! Francesco, marito mio! … No, ora ricordo, non è casa! …. Presto, manda a chiamare tuo padre! Manda a chiamare le guardie!” – “Ma no Mamma, non preoccuparti. Non credo abbia brutte intenzioni, anzi…” – “Oh figlia mia! Spero tu sappia cosa stai facendo”. “Sì mamma, lo so … lo so benissimo!”.
Conclusione
Dopo neanche un anno dalla pubblicazione di quella foto sul settimanale, Nello (34 anni) e Concetta (20 anni) si sposarono a Messina, il 5 Giugno 1927.
Le festività nuziali furono festose, con specialità siciliane ed egiziane e con balli di moda a quel tempo, tra i quali sicuramente anche la “bobadilla”, che ballarono con piacere.
Dopo un periodo a Santa Venerina, dove nacque la loro prima figlia Anna detta Nina, Nello e Concetta si trasferirono ad Alessandria d’Egitto: la vita nella provincia catanese non era così piena di eventi e mondana come ad Alessandria.
In quel di Alessandria, Nello e Concetta ebbero altri sei figli: Salvatore detto Toti, Francesco detto Franco o Ciccio piccolo, Giuseppina detta Pina o Peppinella, Maria e Giovanni detto Nanni o Gianni.
[1] [greco1970, pag. 20-21].
[2] In šāʾ Allāh = Se Dio vuole.
[3] Che il settimanale con la foto di Nonno Nello sia stato la Domenica del Corriere o un altro settimanale, credo sia irrilevante per la nostra storia ([ddc1926, Copertina]), è comunque una prova che Nonno Nello posò per la pubblicità della Proton.
[4] Nonno Nello su la Domenica del Corriere, Anno 1926, N.ro 31, Pag. 13 ([ddc1926, pag. 13]). Rif. I-BSMC-Domenica del Corriere-1926n31p13_TO00182996_1926_00031_013.jpg.