Acquasanta Terme e dintorni con anche Ascoli Piceno ed un pezzettino di Abruzzi

Le Marche. [1]

E tali crebbero in questa vostra regione,
o Italiani del Piceno,
così benedetta da Dio di bellezza di varietà di ubertà,
tra questo digradare di monti che difendono,
tra questo distendersi di mari che abbracciano,
tra questo sorgere di colli che salutano,
tra questa apertura di valli che arridono.“.[2]
Giosuè Carducci

Come per la parte dei nonni paterni del nostro albero genealogico, così anche per i nonni materni dai luoghi dove sono nati loro ed i loro antenati, iniziando quindi da Acquasanta Terme ed i suoi dintorni per proseguire poi con Ascoli Piceno e le Marche tutte, fando anche una puntatina negli Abruzzi.

Perché gli Abruzzi? lo vedremo dopo.

Anche per questa regione, fornisco una brevissima storia dei luoghi elencati, gli antenati lì nati, alcuni riferimenti per ulteriori informazioni, le chiese ed i cimiteri, in modo da poter utilizzare anche questa pagina quasi come una guida in caso si volessero fare delle ricerche genealogiche locali.

Al contrario della Sicilia, nelle Marche sono stato spesso e soprattutto ad Acquasanta Terme ed Ascoli Piceno. E se si parla di quest’ultima, ovviamente vengono in mente le specialità culinarie del luogo, ovvero le olive ascolane.

Nei miei ricordi però, più che le olive, rimane quello che Nonna Michelina ci portava ogni volta che tornava da Ascoli e che io compro ogni volta che ci vado: i funghetti di Offida! Duri da spaccare i denti, ma buonissimi.

Acquasanta Terme

Acquasanta Terme. [3]
Panorama di Acquasanta Terme. [4]
Fino al 1957 nota semplicemente come Acquasanta, questo commune, ed alcune delle sue frazioni, ha visto i natali di quasi tutta la famiglia Cognoli ed altri rami collaterali, fino a circa il 1920, quando molti dei Cognoli si trasferirono a Roma o all’estero.

Alcuni ritrovamenti di resti umani nelle caverne della zona di Rio Secco presso Umito ed in località Carpineto fanno risalire alla preistoria i primi insediamenti ad Acquasanta.

D’epoca romana sono invece le prime fonti sulle terme. Secondo alcuni storici, nel Medioevo anche Carlo Magno visitò le terme durante il suo viaggio verso Roma per essere incoronato come Imperatore del Sacro Romano nel Natale dell’anno 800 nella Basilica di San Pietro da Papa Leone III. Attorno al XIV secolo la città passa al Libero Comune di Ascoli e nel XVI secolo allo Stato Pontificio.

Nel XVIII secolo Acquasanta vede il passaggio degli Spagnoli prima e successivamente l’occupazione Napoleonica ed infine il passaggio delle truppe Austriache e Napoletane. Anche il secondo periodo Napoleonico, la Restaurazione e la Repubblica Romana del 1849 coinvolgono non poco Acquasanta. Si racconta anche che sempre nel 1849 Giuseppe Garibaldi fu in Ascoli e che si fermasse davanti all’osteria di piazza per fumarsi un bel sigaro; qualcuno afferma addirittura che prese un bagno alle Terme. Negli anni attorno al 1860 poi, a seguito dell’annessione al Regno d’Italia, rinasce il Brigantaggio soprattutto ad opera di Giovanni Piccioni e del suoi figli (si veda di seguito l’Albero Cavo).[5]

Per maggiori informazioni sulla storia di Acquasanta Terme si vedano i libri di Don Virginio ([cognoli2010]) o anche, per un breve riassunto, [wikipedia]. Per informazioni attuali si veda il sito del comune. Parlando del comune e di ricerche genealogiche, è necessario qui sottolineare la disponibilità di un suo impiegato nel svolgere le ricerche sui registri dello stato civile.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) i seguenti antenati sono nati ad Acquasanta Terme nella famiglia Cognoli: Nicola Filippo (1809), Luigi Filippo (1812), Marianna (1812), Giuseppa Carolina (1814), Giovanni Domenico Baldassarre (1816), Potenziana (1824, adottata) Marianna Francesca (1842), Pietro Baldassarre (1844), Nazzareno Antonio Achille (1845), Adriano Nazzareno Giovanni Battista (1847), Domenico Emidio (1850), Antonio Francesco (1853), Maria (1857), Vincenza (1865), Domenica Annunziata Florinda (1869), Nicola Domenico Francesco (1870), Luigi Nazzareno Giovanni (1872), Giovanni Pietro Nazzareno (1874), Giovanna (1876), Giuseppe Domenico Luigi (1878), Loreto Torquato Nazzareno (1880), Ida Concetta (1882), Luigi Agostino Giuseppe (1884), Giovannina  (1886), Ido (1896), Secondo (1897), Giovanni (1898), Guido (1899), Quinto (1903), Pietro (1905), Sante (1906), Vincenza (1908), e Virginio (1927). Inoltre: Luigi Bellini (1852), Giacomo Del Grande (1816), Eurosia Massimi (circa 1850), Antonia Sermarini (1787), e per finire Anna Spalazzi (circa 1959). Il Sante nato nel 1906 è il mio nonno materno.

Nè su antenati nè su familysearch sono disponibili i registri di Acquasanta Terme. L’unica fonte disponibile è il libro di Don Virginio Acquasanta Vol. IV [cognoli2010].

Chiese: Chiesa di San Giovanni; Chiesa della Maddalena; Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria (località Capodirigo); Chiesa di San Pietro d’Arli; Chiesa di San Pietro (località Tallacano).

Cimiteri: Cimitero Comunale (Strada Provinciale 119).

I Dintorni di Acquasanta Terme

Cagnano

Cagnano. [6]
“Il nome Cagnano (dialetto Ca’gnà) indica il paese che si trova sopra una zona spongosa fratturata verso ovest. La parte corrispondente si trova pure fratturata nella zona di Pomaro. Kata aghma / Ka’gnà: paese posto sulla frattura (del terreno)”[7].

“Il piccolo borgo di Cagnano, situato in uno sperone di roccia sopra l’abitato di Acquasanta Terme, trova probabilmente origine prima dell’anno mille. Sono ascrivibili al V° sec. d.C. i rinvenimenti di tombe Ostrogote durante gli scavi presso la Colonia Montana nel novembre del 1952. … Circa la presenza di un insediamento Goto su di uno sperone roccioso fa pensare che si trattasse di una postazione militare a controllo della sottostante via di comunicazione[8]. Nel corso dei secoli l’insediamento sì è sviluppato attorno alla rocca o castello di cui si trova menzione nell’atto di vendita della villa (villaggio) del palazzo e dei vassalli da parte di Giovanni di Guglielmo Stulti alla città di Ascoli Piceno nel luglio del 1286[9]. … Tutto il ‘500 è segnato da tremende calamità e scorribande banditesche. Dapprima la peste che si abbatté su tutto il pontificato, sembra portata dalla calata dei Lanzichenecchi, seguita poi da un lungo periodo di carestia a cui la gente di Cagnano in parte fa fronte grazie ai già citati possedimenti terrieri. A ciò segue l’incendio e la distruzione di Acquasanta Terme (1562), decretato dal Consiglio Ascolano in rivalsa degli sgarbi e uccisioni perpetrati dagli acquasantani (montanari al comando del capitano Mariano Parisani) … Fa seguito a questo fatto la cruenta vendetta dello stesso Parisani con uccisioni e ruberie di ogni sorta. Il travagliato secolo si chiude, infine, con un nuovo periodo di carestia e con il propagarsi della pestilenza che colpisce la popolazione acquasantana già duramente provata. Risale presumibilmente intorno ai primi del ‘600 la costruzione della Chiesa di San Giuseppe posta nella piazzetta del paese. Prima di essa erano attive nei secoli precedenti la chiesa di Santo Pietro de Portica, la chiesa di Santo Stefano forse ubicata sul versante ovest verso Montacuto. … Tra le famiglie proprietarie più in vista dell’epoca si possono citare: Bellini, Cardi, Fioravanti, Massetti, Paliotti, Teodori, Giommetti, Ponzi, Palma, Cavilli, Valori, Rosati, Cannella e Mazzitti. Tra di esse la famiglia Bellini è proprietaria di molti terreni ed immobili. Il 26 dicembre 1860 il villaggio di Cagnano è teatro di cruenti scontri tra i seguaci papalini di Giovanni Piccioni e le truppe Piemontesi. Il ‘900 vede la fine della famiglia Bellini. Il ricordo della signora Rosina Bellini, ultima della dinastia, è ancora vivo tra gli abitanti di Cagnano. … Nella seconda guerra mondiale Cagnano non vide più il ritorno di Angelini Antonio di Giuseppe disperso in Russia. Il brigadiere dei carabinieri Massetti Quinto di Francesco. … dopo la II guerra ha subito un notevole calo demografico per via delle numerose migrazioni verso terre lontane (principalmente in Canada, Stati Uniti ed Australia). …”[10].

Per Cagnano si ricorda anche che per il territorio, questi è “… molto esteso e caratterizzato dalla presenza di imponenti cave di travertino, alcune di esse in disuso, il solitario Pizzo Murello con le sue Piane ed i declivi boscosi, il fosso Rio ed i terreni della contrada San Pietro.”[11].

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) i seguenti antenati sono nati a Cagnano nella famiglia Sermarini: Maria Maddalena (1796), Maria Francesca Romana (1798), Amedeo Pietro (1820), Filippo Lorenzo Luigi (1826), Angela Dea (1829) ed Antonio Maria (1832); inoltre anche Carolina Guerrieri (1846). Una relazione tra Anna Bellini (circa 1820) , nata a Novele, moglie di Pietro Di Lorenzo e figlia di Giovambattista Bellini, ed i qui sopra citati Bellini, famiglia di Cagnano, allo stato attuale delle ricerche non è confermata.

Cagnano è una frazione di Acquasanta Terme, quindi anche per questo paese nè su antenati nè su familysearch sono disponibili i registri dello Stato Civile. L’unica fonte disponibile è il libro di Don Virginio Acquasanta Vol. IV [cognoli2010] o il comune stesso di Acquasanta Terme (vedi).

Chiese: Chiesa di San Giuseppe; e le citate Chiese di Santo Pietro de Portica e la Chiesa di Santo Stefano, entrambe non più attive da secoli.

Cimiteri:  non sono a me conosciuti cimiteri a Cagnano.

Novele

Novele. [12]
Su Novele non si trovano molte informazioni essendo una piccola frazione di Acquasanta Terme che dista 2,13 chilometri dalla stessa ed è situata a 528 metri sul livello del mare[13].

Riguardo la foto della Chiesa di Sant’Egidio si legge: “E’ una bella chiesetta a pianta esagonale dedicata a Sant’Egidio. Questo Santo era un’eremita e se ne stava solo solo dentro la Grotta. Nella Grotta, c’era una fontanella d’acqua fatta santa dalla benedizione del santo eremita. La gente saliva quassù a cogliere quest’acqua, buona a far passare le febbri a chi la beveva con devozione. Ora la sorgente non stilla più dentro la Grotta, un pastore usò quell’acqua per cuocere le sue castagne nel pentolino, sacrilegio e da quel giorno l’acqua sparì. In realtà l’acqua sparì per l’opera di disboscamento dell’uomo. Gli uomini di Novele tengono Consiglio nel 1627 e con i Massari risolvano di edificare un oratorio in onore di S. Egidio dentro la villa: il Vescovo Sigismondo Donati consente al Pievano di Quintodecimo di trasferire in paese il titolo della chiesa eremitica. “[14].

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) l’unica antenata nata ad Novele è Anna Di Lorenzo detta Rosa (1870).

Chiese: Chiesa di Sant’Egidio.

Cimiteri: non sono a me conosciuti cimiteri a Novele.

Paggese

Paggese. [15]
Anche di Paggese (Lu Paesë in dialetto locale) non si hanno molte notizie storiche a parte quel poco che si trova su [wikipedia], dove si legge che il nome deriva dal latino pagus che significa villaggio. In precedenza nota come Villa San Lorenzo, dalla chiesa locale, in documenti ecclesiastici del 1413 viene denominata Pajese, che poi diventerá Paggese.

Sembra che il territorio fosse abitato fin da epoca pre-romana. I primi cenni storici si trovano collegati all’Abbazia di Farfa.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) l’unica antenata nata a Paggese è Ernesta Orsini (1862).

Chiese: Chiesa di San Lorenzo.

Cimiteri: non sono a me conosciuti cimiteri a Paggese.

Quintodecimo

Quintodecimo. [16]
Panorama di Quintodecimo. [17]
Come per tutte le frazioni di Acquasanta, anche per Quintodecimo non si trovano molte informazioni su [wikipedia] se non che in epoca medievale apparteneva al Ducato di Spoleto fino al 1084 e più tardi alla Marca anconitana, provincia dello Stato Ecclesiastico. Nel Regno d’Italia, nel 1866, perse la propria autonomia confluendo nel territorio di Acquasanta.

Il nome sembra derivare dal fatto che disti 15 (quindecim in latino) miglia romane da Ascoli[16]. La stessa fonte però cita un libro di Ivo Guaiani Il Mio Paese (non l’ho trovato in rete) dove si afferma: “geograficamente bisogna tener conto che lì c’era l’unico ponte che collegava la parte di Venamartello, SanVito, Novele ecc. con la parte posta al di qua del Tronto. Quindi il dialetto porta a egghys-en te dieks oimos/ ku’n’t’dié.c’mo [che significa] vicino al passaggio.”. Sempre da questa fonte ho tratto lo stemma di Quintodecimo nell’immagine a sinistra.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) i seguenti antenati sono nati a Quintodecimo nella famiglia Massetti: Sabatino (1864); Violante (1905); Giovannina (1911). Quest’ultima è la mia nonna materna.

Chiese: Santa Maria delle Piane, Chiesa del Santissimo Crocifisso e San Vincenzo.

Cimiteri: ho visitato personalmente nel 2019 il cimitero di Quintodecimo, sulla Via Salaria poco prima del paese, alla ricerca dei Massetti.

Rotella

Rotella [18]
Chiesa di Santa Viviana a Rotella. [19]
Il ritrovamento dei resti di una grande residenza testimonia una probabile presenza preromana sul luogo. La tradizione orale, peraltro non confermata, fa derivare il nome di Rotella (Rëtèlla in dialetto ascolano) dal console Rutilio, il quale avrebbe contribuito alla sua ricostruzione dopo un terremoto. Altri ne fanno derivare il nome dalla forma tondeggiante del paese, la quale ricorda lo scudo rotondo dei romani, chiamato rotula.

In un documento del 967 d.C. elenca la Corte di Rotella tra i possedimenti del Presidato di Farfa, sotto la cui protezione Rotella ed il suo monastero di San Lorenzo vissero fino al XIV secolo. In seguito fu quindi ceduta alla Santa Sede. Nel 1318 Rotella si assoggettò spontaneamente ad Ascoli e nel 1586 viene aggregata al Presidato di Montalto da Papa Sisto V. In seguito la storia di questo paese ricalca quella dello Stato Pontificio nelle Marche.

Per maggiori informazioni, anche se non molte di più, si veda [wikipedia] o, anche per quelle attuali, il sito del comune.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) l’unico antenato nato ad Rotella è Filippo Angelini (circa 1850).

Chiese: Chiesa di San Lorenzo; Chiesa di San Rocco; Santuario Madonna della Consolazione (località Montemisio); Chiesa di Santa Viviana; Chiesa di Santa Maria (scomparsa nel 1775, ne resta solo il campanile).

Cimiteri: non sono a me conosciuti cimiteri a Rotella.

Santa Maria (del Tronto)

Chiesa del SS. Crocifisso a Santa Maria. [20]
Su Santa Maria, frazione di Acquasanta Terme vicino a Paggese non si trovano informazioni in rete. Ho visitato il paese nell’estate 2019 ed in effetti a parte alcune case peraltro nuove non c’è molto che possa far risalire alla sua storia.

Su [wikipedia] si trovano alcune informazioni sulla chiesa, che sembra risalire a metà del 1200 ed essere originariamente dedicata alla Vergine Maria. Il nome attuale di Chiesa del Santissimo Crocifisso lo prese nel 1614. È elencata tra le chiese di Acquasanta.

La frazione è praticamente contingente a Paggese e sulle mappe od anche sui cartelli stradali è indicata come Santa Maria-Paggese.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) l’unico antenato nato a Santa Maria è Serafino Dominici (circa 1670).

Chiese: Chiesa del Santissimo Crocifisso.

Cimiteri: non sono a me noti cimiteri a Santa Maria.

Le Marche

Le Marche. [21]
Non si può parlare delle (nostre) famiglie Cognoli, Massetti, Orsini, solo per citarne tre, senza parlare di Acquasanta Terme, discussa più sopra, della sua provincia Ascoli Piceno e delle Marche in genere. E se si parla delle Marche ovviamente la prima cosa che viene in mente è il detto:

Meglio un morto in casa che un marchigiano alla porta.

Detto scherzoso e mai inteso in modo cattivo, che sembra provenire dalla storia. Infatti, tra il 1530 circa fino a circa il 1796, le Marche facevano parte dello Stato della Chiesa (o Stato Pontificio). In tale stato il Papa era reggente e come tale amministrava anche la riscossione delle tasse. Nel 1585 venne eletto Papa Sisto V, nato a Grottammare, in provincia di Ascoli Piceno. Per la riscossione dei tributi, non ben visti dal popolo, scelse solo cittadini marchigiani. Ed è così che la vista di un marchigiano alla porta di casa equivaleva al dover sborsare le tasse. Da qui quindi il detto.

Il nome della regione è il plurale della voce marca: “[dal germanico marka: segno di confine …] 1. Regione di confine. In particolare, come termine storico, nell’impero carolingio e negli stati formatisi dopo la sua fine, territorio giurisdizionalmente autonomo, posto in zone di confine e governato da un marchese … 2. Per estensione, anticamente, regione in genere …” [Treccani].

Alcuni ritrovamenti sul Monte Conero fanno risalire i primi abitanti della regione, cacciatori abitanti in grotte naturali,  al Peleolitico (2,5 Milioni di anni fa-10.000 a.C.). Già nell’età del ferro (circa XIII secolo a.C.-0) la regione era quasi del tutto abitata dai Piceni, antico popolo italico, originatosi da una cosiddetta primavera sacra e dall’alta Sabina, e quindi presumibilmente un popolo originariamente preromano indoeuropeo di ceppo osco umbro, che si diffuse nel versante adriatico, accompagnato dal totem del picchio verde, che in epoca contemporanea fu scelto come stemma della regione.

Oltre ai Galli ed ai Greci le Marche videro l’arrivo dei Romani, prima come alleati e poi come invasori. Di seguito quindi vennero i Bizantini ed i Longobardi. A Jesi in provincia di Ancona nacque anche Federico II, che fece erigere Castel del Monte, ed incoronato dapprima ad Aquisgrana nel 1215 e poi a Roma nel 1220. Ed a parte Roma, mia città natale, ecco un collegamento contemporaneo tra le Marche ed Aquisgrana, luogo di nascita delle mie due figlie!

La storia delle Marche prosegue quindi con l’Età Comunale ed il Rinascimento per poi passare tra la metà del 500 d.C. e i primi decenni del 600 allo Stato Pontificio.

Per maggiori informazioni sulla storia delle marche si veda [wikipedia] ed in particolare l’articolo dedicato alla sua [storia]. Per informazioni attuali si veda il sito della regione.

Delle Marche ricordo i numerosi viaggi che facemmo tra l’altro verso Ascoli ed Acquasanta, così come sulla costa marchigiana. Da non dimenticare anche l’estate passata in una colonia per l’appunto a Jesi. E dulcis in fundo non si possono tralasciare le tante leccornie che si possono mangiare in questa regione.

Ascoli Piceno

Centro Storico Ascoli Piceno. [23]

Sullo stemma di Ascoli (Ašculë in dialetto ascolano) compare una porta a due fornici sovrastata da una galleria merlata tra due torri. Alcuni autori locali considerano tali elementi architettonici come riferimento ad una delle porte cittadine, altri considerano questa come raffigurazione del cassero che sorgeva presso la Fortezza Pia. Sulla corona torrita che sovrasta lo scudo non ho trovato alcun riferimento.

Le origini della città sono incerte ma la presenza umana è attestata giá nell’età della pietra (circa 3 o 4 milioni di anni fa), inoltre alcuni reperti indicano che la zona fosse abitata già nel neolitico (10000-3500 a.C).

Secondo la tradizione della letteratura antica, la città venne fondata da un gruppo di Sabini, che vennero guidati da un picchio, uccello sacro a Marte, durante una delle loro migrazioni detta ver sacrum (Primavera Sacra, vedi sopra riguardo le Marche), fondando Ascoli 1660 anni prima della fondazione di Roma, i quali Sabini, fondendosi con popolazioni autoctone diedero origine ai Piceni.

Dopo un’alleanza con i Romani nel 299 a.C. e la successiva rebellione nel 91 a.C. Ascoli assunse nel 49 a.C. la denominazione Asculum Picenum. Nell’alto Medioevo subì le razzie dei Goti e dei Longobardi, passando poi al dominio dei Franchi al seguito di Carlo Magno. In seguito la storia di Ascoli segue per la maggiore quella delle Marche.

Per maggiori informazioni sulla storia di Ascoli si veda [wikipedia] mentre per informazioni attuali si rimanda al sito del comune (il sito viene riportato come pericoloso da alcuni programmi anti-virus, ad oggi non ho riscontrato alcun pericolo nel visitarlo). Il sito della provincia è ad oggi (Dic. 2020) non accessibile.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) i seguenti antenati sono nati ad Ascoli Piceno nella famiglia Cognoli: Nicola (1770) e Pietro (1788). Inoltre, Emidio Sospetti (1814) ed Enrica Velenosi (1898).

L’Albero Cavo

Circa 1966. [24]
Percorrendo la Salaria (SS 4), oggi chiamata Superstrada Ascoli-Mare, da Ascoli in direzione Roma, al km 175,4 si incontra oggi come lo si incontrava tanto tempo fà, un posto particolare che non si può dimenticare e nel quale ci fermammo spesso: quello che noi fin da bambini chiamiamo l’Albero Cavo, un platano il cui nome ufficiale è l’Albero del Piccioni (o Albero del Piccione). Albero imponenente, con un fusto di 8,7 di circonferenza, alto ben 24 m ed appunto completamente cavo.

A sinistra una foto, credo circa del 1966, all’Albero Cavo, con un cugino che non mi ricordo più quale sia, mia sorella Patrizia e mio fratello Daniele, io sono al centro.

Per la prima volta questo albero viene menzionato nel 1718 come Albero di Picciò e di seguito in documenti sui lavori stradali sulla Salaria nel 1731 e nel 1749 ed è individuato come Albero del Signor Piccione Parisani. ed oggi fa parte dell’elenco, del Corpo forestale dello Stato, degli alberi monumentali italiani.

Estate 2020. [25]
Secondo alcune fonti il platano risalirebbe addirittura all’anno 1000. Infatti sembra che in un documento del marzo 1109, tal Ranieri del fu Ferrone vendeva alla sorella Benedetta delle terre super infra civitate asculana in locum qui dicitur ipsum platanum” (sotto la città di Ascoli, nel luogo che è detto appunto platano), riferendosi proprio al terreno dei nobili Parisani, alla quale famiglia appartennero due  membri chiamati Piccione: Vespasiano, vissuto nel XIV secolo e deceduto nel 1561, e Raimondo, deceduto nel 1655.

Estate 2020. [26]
Per continuare la nostra tradizione, ecco a destra una foto più recente, dell’estate 2020 con le mie figlie. Da notare la posizione sull’attenti per riprendere la posizione del loro zio nel 1966, il quale invece è nella foto qui a sinistra con i suoi tesori Amon e Naima.

Parlando di tradizione bisogna quindi menzionare quelle popolari locali che attribuiscono il nome Piccioni alle vicissitudini di un Giovanni Piccioni il quale nella seconda metà dell’ottocento, durante il periodo dell’Annessione al Regno d’Italia, fu comandante degli Ausiliari pontifici riorganizzando il fenomeno del Brigantaggio antiunitario (vedi anche [cognoli2010, Vol. III]). Secondo questa leggenda egli avrebbe utilizzato il tronco vuoto del grande albero come nascondiglio per tendere imboscate ai viandanti. L’unico riferimento storico tra l’albero e il brigante Piccioni è un combattimento del 1849 tra i fedeli del brigante e i soldati repubblicani del Capitano Colucci.

Tale Giovanni Piccioni in realtà, non fu un volgare ladro di strada, anche se a lui furono rivolte imputazioni per attentato alla sicurezza dello Stato per la rivolta antiunitaria che capeggiava, era infatti stato priore a Rocca di Montecalvo sotto lo Stato Pontificio. Giovanni agà come difensore del Papato fino al 1863, anno del suo arresto, quando fu tradito dai suoi compagni e catturato presso la Stazione Ferroviaria di San Benedetto del Tronto mentre tentava di salire su un treno diretto a Roma. Fu processato e condannato a vita ai lavori forzati e morì nel carcere di Forte Malatesta di Ascoli Piceno.

Gli Abruzzi e Cognoli

Gli Abruzzi. [27]
Estate 2018. [28]
Dando un’occhiata alla nostra foresta genealogica si vede come la nostra famiglia in efffetti non abbia nulla a che fare con questa regione, se non per un particolare annotato anche da Don Virginio nel suo Acquasanta Vol. IV nel capitolo dedicato alla famiglia Cognoli ([cognoli2010]): la frazione di Campli chiamata per l’appunto Cognoli.

Per maggiori informazioni sulla regione si veda [wikipedia] e per informazioni attuali il sito della regione.

Su Cognoli, frazione di Campli, in provincia di Teramo, non si trovano alcune informazioni in rete. Don Virginio ci parla solo della presenza della frazione e che “le case ed il palazzo gentilizio sono di struttura settecentesca” precisando anche che “Nessuna notizia utile è stata rinvenuta per collegare la località con la famiglia Cognoli” [cognoli2010, pag. 205].

Anche sull’etimologia del termine Cognoli, sia come patronimico che come toponimo, ad oggi (Dic.2020) non sono riuscito a trovare nulla.

Termino quindi a questo punto la gita in quel degli Abruzzi e questo mio excursus sulla regione Marche ed in particolare ad Acquasanta Terme e dintorni. Come si è potuto leggere dalle scarse risorse genealogiche reperibili in rete le ricerche dovranno essere svolte principalmente in loco.


L’immagine nell’intestazione è dell’ Associazione “Ascoli.com” – immagini di memorie “Associazione culturale no profit Ascoli.com – immagini di memorie CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15473408.

[1] La regione Marche vista dal satellite Envisat in un’immagine acquisita il 10 luglio 2011, dall’ESA: https://www.esa.int/ESA_Multimedia/Images/2011/08/Le_Marche_viste_da_satellite.
[2] Giosuè Carducci (Valdicastello 1835–Bologna 1907), Ceneri e faville, seria terza e ultima, 1877-1901. Pag. 26. Visionato il 18.12.2020 alle 05:45: https://books.google.de/books?hl=it&id=YlQLAQAAIAAJ.
[3] Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=1014712.
[4] Immagine presa dal sito delle Terme di Acquasanta Terme – Hotel Italia & Spa il 18.12.2020 alle 07:15: https://www.termeacquasanta.it/terme/.
[5] Da https://www.corriereproposte.it/cosa-sapere/acquasanta-terme-la-storia.html consultato il 18.12.2020 alle 07:18.
[6] Chiesa di San Giuseppe. Immagini scaricata il 06.12.2020 alle ore 09:00 da http://www.luoghidelsilenzio.it/marche/07_castelli/05_ascoli/00015/images/cagnano_acquasanta_26.jpg. Autore della foto a me sconosciuto.
[7] Citato in http://www.luoghidelsilenzio.it/marche/07_castelli/05_ascoli/00015/index.htm da Il mio paese di Ivo Guaiani, 2002; ad oggi (Dic.2020) non trovato in internet.
[8] idem da Ostgotische Grabfunde aus Acquasanta Prov. Ascoli Piceno (Marche), di G. Annibaldi e J. Werner, 1963 in Die ostgostischen Grabund Schatzfunde in Italien di Bierbrauer, Spoleto, 1974; ad oggi (Dic.2020) non trovato in internet
[9] idem da Il Quinternone di Ascoli Piceno – Tomo I a cura di Giammario Borri, 2009 – ASAP G, III, 2, 21 luglio 1286 (https://www.amazon.it/QUINTERNONE-ASCOLI-PICENO-vol-BORRI-GIAMMARIO/dp/B00QU0845M/).
[10] Da http://www.luoghidelsilenzio.it/marche/07_castelli/05_ascoli/00015/index.htm di autore non menzionato, forse di o a cura di Alberto Monti (http://www.montialberto.it/), dove nelle note si cita tra l’altro anche Acquasanta I 939-1914 – Monografie di Virginio Cognoli, 1995 e Acquasanta IV, sempre di Virginio Cognoli, 2010 (vedi anche [cognoli2010]); e Villa Cagnano di Stefano Oliva, 1999. Tutti e tre i libri non disponibili in internet. Inoltre viene fornita una bibliografia: La necropoli Altomedievale di Castel Trosino. Bizantini e Longobardi nelle Marche di Autori Vari, Silvana Editoriale, 1995 (https://www.amazon.it/necropoli-altomedievale-Castel-Trosino/dp/8878144797/); I Goti – Milano Palazzo Reale 28 gennaio-8 maggio 1994 di Autori Vari, Catalogo Electa, 1994 (non disponibile in internet); Acquasanta Terme “Ad Aquas” di Angela Latini e Antonio Rodilossi, 1982 (non disponibile in internet); il Guaiani citato nella nota 6; I fatti di Pozza di Lucio Di Domenico, 2001 (non disponibile in internet); l’Oliva ed il Cognoli citati in questa nota; Acquasanta II 939-1914 – Monografie di Virginio Cognoli, 1995 (non disponibile in internet); Acquasanta III 1562-1593 – Appendice sul banditismo di Virginio Cognoli, 2009 (non disponibile in internet); ed infine il Borri citato nella nota 9.
[11] Da https://www.villacagnano.it/index-2.htm.
[12] Immagine della frazione Novele da https://fai-platform.imgix.net/uploads/60b5de07-8350-42b3-9b4d-5d18c1eaddf5.jpg di autore a me sconosciuto.
[13] Da http://italia.indettaglio.it/ita/marche/ascolipiceno_acquasantaterme_novele.html.
[14] Da http://www.terredelpiceno.it/monumenti/chiesa-santegidio-acquasanta-terme/.
[15] Foto di Paggese di Sandro Riga http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/265267.
[16] Dall’opuscolo A Spasso per Quintodecimo (itinerario QuintoX.pdf) a cura di Cristiano Pesci, scaricato il 18.12.2020 alle 8:00 da https://digilander.libero.it/quintox/Quintodecimo1.htm.
[17] Foto di Quintodecimo di Pietro – https://www.flickr.com/photos/motoitinerari/5793651072/, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15387672.
[18] Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=279605.
[19] Chiesa di Santa Viviana. Foto di Peter Forster from Centobuchi, Italy – Church Santa Viviana, Rotella, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2147090.
[20] Chiesa del Santissimo Crocifisso. Foto di Marmass2003 – Opera propria [dell’autore della foto], CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=35595029.
[21] Stemma delle Marche. Immagine di original file: F l a n k e rcrop: Yiyi – Image:Flag of Marche.svg, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=79008682.
[22] Stemma di Ascoli, da stemma: Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=2499466.
[23] Piazza del Popolo. Foto di trolvag, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=59830951.
[24] Foto scattata probabilmente da papà, presumo verso il 1966.
[25] Foto personale scattata nell’estate del 2020.
[26] Foto scattata probabilmente da Roberta B. nell’estate del 2020.
[27] Immagine di F l a n k e r – Opera propria [dell’autore dell’immagine], Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1549265.
[28] Foto scattata da Marina S. nell’estate del 2018.