Le provincie di Catania e Messina con anche una parte del Resto della Sicilia

La Sicilia. [1]

Ave Sicilia Bella
Tu se l’unica nel mondo
Brilli come una stella
Attraverso il mappamondo[2]
Nunzio Greco detto Nello.

Così come per l’albero genealogico ho iniziato dai nonni paterni, così anche per i luoghi inizio dai loro, scegliendo quindi Zafferana Etnea, luogo di nascita di Nonno Nello, ed i suoi dintorni come punto di partenza. Proseguo quindi con Messina e dintorni e quindi finisco con il resto della Sicilia.

Per ognuno dei comuni o località fornisco una brevissima storia, gli antenati nati in quei luoghi, alcuni riferimenti per ulteriori informazioni, le chiese ed i cimiteri, in modo da poter utilizzare questa pagina quasi come una guida in caso si volessero fare delle ricerche genealogiche sul posto.

A Zafferana Etnea, purtroppo, non sono mai stato finora. In effetti la Sicilia stessa non l’ho mai visitata veramente, a parte un viaggio di lavoro a Messina, partendo e tornando a Roma in un giorno in aereo e il viaggio che feci con la barca a vela dalla Spezia a Palermo e poi verso le isole Eolie.

In effetti, a pensarci bene, di Zafferana Etnea non se ne parlava poi così tanto in famiglia, neanche con gli zii ed i cugini. La loro e la nosta attenzione era tutta rivolta ad Alessandria.

Tra le mie storie quindi questa città rappresenta una lacuna sia fisicamente che dal punto di vista dei racconti.

Nonno Nello è nato lì, l’unico dei progenitori a noi noti ad esserci nato, e nel suo libro La Vita è una Commedia ([greco1970]) ci racconta un pò, probabilmente con carattere autobiografico, la sua vita in quei dintorni. Papà racconta che fu lì in visita e che visitando la Chiesa Madre e vedendo i dipinti del pittore Giuseppe Sciuti ivi custoditi, l’allora sindaco gli raccontà che furono fatti da un suo avo (vedi anche L’Ipotesi di Giuseppe Sciuti).

Guardando i documenti dello stato civile, come p.es. l’atto di nascita di Nonno Nello, in questi anche quando è annotato come comune di nascita Zafferana, si indica come località o via Bongiardo.

Inoltre, guardando la storia di Zafferana, Bongiardo, Linera e Santa Severina si vede come le loro giurisdizioni sia per quanto riguarda lo stato civile che la diocesi sono cambiate nel tempo. Zafferana sembra quindi non essere Zafferana.

Questa è la zona nelle provincie di Catania e Messina dove hanno vissuto alcuni dei nostri antenati del ramo dei nonni paterni. Aprendo la cartina è possibile anche visualizzare un itenario da Catania a Messina e ritorno toccando ognuno dei paesi sotto elencati.

 

Per quanto detto, vogliamo ora passare ad alcuni comuni o frazioni limitrofi, senza però dimenticare che è anche importante conoscere la storia di questa regione e gli avvenimenti che l’hanno interessata nel passato.

Zafferana Etnea e dintorni

Di seguito alcune notizie sui comuni, frazioni e località dove i nostri antenati sono nati ed hanno vissuto. Per non scontentare nessuno sono in ordine alfabetico.

Bongiardo

Bongiardo. [3]
Su Bongiardo (sui registri anche nominato come Bonjardo) non si trovano molte notizie, anche l’articolo su [Wikipedia] è molto corto e cita solo che il toponimo era in uso già dal 1126 e le vicissitudini dei suoi cittadini per avere il nome ufficialmente riconosciuto accanto a quello di Santa Severina.

Immagini del borgo non se ne trovano immagini, se non per qualche casa moderna. Per la maggior parte si trovano per lo più immagini della Villa del Casale Bongiardo, di proprietà della famiglia Pennisi, e che offre una località per ricevimenti e feste.

Se tale villa era il casale dove il nostro bisnonno Salvatore Greco lavorasse come fattore non è ad oggi comprovato.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) i seguenti antenati sono nati a Zafferana Etnea, località Bongiardo, nella famiglia Greco: Sebastiano (1891), il nostro Nonno Nello: Nunzio (1892), Giuseppe  detto Joe (1893) ed Angela (1901). Inoltre anche Carmela Russo (1791).

Su antenati ci sono i registri dello Stato Civile della Restaurazione. Per lo Stato Civile Italiano i registri sono quelli di Santa Venerina (vedi più sotto). Su familysearch sono presenti alcuni registri ecclesiastici di Bongiardo, dal  1802-1806 al 1918-1949.

Chiese: Maria Santissima del Carmelo. La parrocchia di Maria Santissima del Carmelo si estende nei comuni di Santa Venerina e Zafferana Etnea.

Cimiteri: non sono a me conosciuti cimiteri a Bongiardo.

Dagala del Re

Dagala del Re. [4]
Il nome sembra derivare dal siciliano dàhala o dâla, che a sua volta sembra essere di origine araba e pare significhi lembo di terra fertile tra due colate laviche.

“Le origini della località sembrano risalire al XIII secolo, quando i Sovrani di Sicilia utilizzavano questo territorio, un tempo boschivo, per le battute di caccia. La borgata, ricadente nel territorio della Contea di Mascali cominciò ad essere popolata già dalla fine del Cinquecento soprattutto ad opera di acesi. Nel 1815, dopo lo smembramento della Contea, Dagala divenne parte del comune di Giarre fino a quando nel 1934, il territorio di Dagala passò al nascente comune di Santa Venerina che, separandosi da Acireale ottenne da Giarre anche la piccola borgata di Monacella.” [Wikipedia]

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) i seguenti antenati sono nati a Dagala del Re nella famiglia Greco: Giambattista (1786),  Nunzio (1826), Maria (1856), Giovanni (1861), Carmela (1864) e Sebastiano (1866). Inoltre Venera Romeo (1763) ed Angela Tomarchio (1827).

Su antenati non ci sono i registri per Dagala del Re,  si veda quindi quelli di Santa Venerina (vedi più sotto). Su familysearch sono presenti alcuni registri ecclesiastici di Dagala del Re, dal  1921 al 1944, per altri registri ecclesiastici si veda Acireale e la sua diocesi (più sotto).

Chiese: Chiesa di Maria Santissima Immacolata; Chiesa di Santo Stefano (solo ruderi).

Cimiteri: non sono a me conosciuti cimiteri a Dagala del Re.

Linera

Linera. [5]
Il romanzo Rivolgimenti ([coco2000]) ci dà uno scorcio della vita a Linera nel XIX Secolo e fornisce anche notizie sui presunti motivi della sua nascita.

In tale romanzo il cognome Greco viene citato due volte, ma sempre genericamente indicando una non meglio precisata famiglia. Se tale famiglia sia la nostra non è dato al momento da sapere.

“La nascita di Linera si può far risalire al secolo XVI con i primi disboscamenti e le prime coltivazioni che interessarono il Bosco di Jaci [ndr: la storia la si può leggere nel romanzo sopracitato]. Dalla presenza diffusa di coltivazioni di lino nella maggior parte della contrada, chiamata appunto “liniera” o “lineria”, che successivamente anche il nascente borgo ne prenderà il nome di Linera. … Con la fondazione della parrocchia viene considerato l’atto di nascita di Linera come centro urbano, comprendendo un vasto territorio tra gli odierni centri di Santa Venerina, Bongiardo, Piano d’Api, Santa Maria degli Ammalati, Guardia, Pisano Etneo. … Il terremoto del 1914 rovinò quasi tutto, procurando morte e desolazione. Si pensi che il sisma ebbe come epicentro proprio Linera e che fu di tale violenza da superare quello del 1908 che distrusse Messina e Reggio Calabria. … Il piccolo borgo di Linera presenta una delle piazze più grandi della provincia Etnea. Costruita negli anni Cinquanta, fu successivamente ingrandita negli anni Settanta, grazie all’annessione del terreno del dott. Paolo Castorina e della professoressa Grazia Tomarchio.” [wikipedia]

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) i seguenti antenati sono nati a Linera nella famiglia Sciuto: Rosaria (1866), Orazia (1868) e Sebastiano (1870). Nella nota di cui sopra si citano un Castorina ed una Tomarchio, cognomi presenti nel nostro albero genealogico. Se tali persone siano con noi imparentate o meno non è ad oggi (Dic.2020) ancora dimostrato, essendo il cognome Tomarchio molto diffuso nella zona.

Su antenati non ci sono i registri per Linera, su familysearch ci sono alcuni registri parrocchiali di Santa Maria del Lume (la stessa del romanzo citato sopra) dal 1818 al 1920.

Chiese: Chiesa di Maria Santissima del Rosario; Chiesa di Maria Vergine della Catena.

Cimiteri: non sono a me conosciuti cimiteri a Linera.

Macchia di Giarre

Macchia di Giarre. [6]
Macchia (‘a Macchia in siciliano) prende probabilmente il suo nome dalla fitta boscaglia (Bosco d’Aci) che un tempo ricopriva il territorio sul quale oggi sorge. Macchia è anche il nome del torrente che ivi scorre, in un’ampia frattura di origine sismica a nord-ovest di Giarre.

Il ritrovamento di alcuni reperti, tra i quali delle anfore, usate per la conservazione di generi alimentari, presso la località denominata Fondomacchia (in siciliano Funnamacchia) a monte di macchia fornirebbero la prova che nella zona sia esistito un antico abitato già all’epoca romana o greca. Il paese attuale ha però origine nel XVI secolo ed è legato alla storia della Contea di Mascali. Anticamente chiamato Passo della Macchia, sulla via tra Messina e Catania, il paese si sviluppò a metà del Seicento attorno ad un “fòndaco” (specie di locanda) ed ad un piccolo ospizio di monaci. Quindi, probabilmente all’inizio del XVIII secolo, il popolo vi edificò una chiesa e da questo secolo il paese si espanse. Si veda [wikipedia] per altre informazioni sulla storia di Macchia.

Per altre informazioni su Giarre si veda anche il sito della Parrocchia di Maria Santissima della Provvidenza di Giarre ed il sito ormai archiviato del Museo degli usi e costumi della gente dell’Etna, sul quale si poteva leggere “Inaugurato nel 1995, il museo si articola in cinque sale dove sono stati ricostruiti i vani di una masseria e di una abitazione di un contadino etneo del secolo scorso, è sito a Macchia frazione di Giarre, frazione nota per la sagra delle ciliege e delle rose.”, oltre a 12 foto del museo, di più non c’è neanche nell’archivio internet. Il sito originario www.giarresi.net è ora di un’altra persona.

Su antenati ci sono i registri per Macchia sia per lo Stato Civile della Restaurazione che per lo Stato Civile Italiano. Su familiysearch ci sono anche alcuni registri parrocchiali dal 1752 al 1942.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) solo Salvatore Greco (1854) è nato a Macchia di Giarre.

Chiese: Chiesa Madre; Chiesa del Calvario; Chiesa dell’Addolorata.

Cimiteri: Cimitero Comunale (Viale Don Luigi Sturzo, 95014 Giarre CT); Cimitero di San Giovanni (95014 San Giovanni, Giarre CT – vicino dell’Oratorio).

Màscali

Mascali. [8]
Mascali. [7]
Il nome Mascali sembra derivi dal greco bizantino Μασχάλη, che potrebbe significare ascella o ramoso, boscoso, riferendosi ai fitti boschi che, un tempo, coprivano per intero il versante orientale dell’Etna e, particolarmente il territorio di Mascali (Bosco d’Aci).

Le origini del paese non sono note, se non che papa Gregorio Magno lo cita in una sua epistola al vescovo di Taormina, nell’anno 593, alludendo a un antico monastero “… Quod est super Maschalas …” (Che è sopra Mascali). Mascali vide il dominio degli Arabi e dei Normanni, fu assegnata nel XII secolo prima alla diocesi di Troina, poi a quella di Catania e quindi, per quanto riguarda la giurisdizione ecclesiastica all’arcivescovo archimandrita di Messina. Il viaggiatore arabo Al-Edrisi e la cita; così come la presenza di una località costiera denominata Qurtil Masqalah, probabilmente corrispondente alle odierne frazioni marittime di Sant’Anna o Fondachello.

Nel XVI secolo Mascali fu anche soggetta a molti attacchi dei pirati turchi. Nel 1524 le cronache del tempo riportano che nel 1524 i turchi riuscirono a depredare il paese e a rapire “circa octanta pirsuni infra homini donni e pichulilli” per rivenderli a Costantinopoli come schiavi.

Contea di Mascali. [9]
Per proteggere dunque la città dalle incursioni turche furono innalzate alcune torri di avvistamento, ben sette secondo la leggenda, disseminate su tutto il territorio della contea. Si veda a tal proposito anche lo Stemma della Contea di Mascali qui a destra con raffigurate sette torri ed il motto “Abundantia in Turribus Tui“: L’abbondanza risiede nelle tue torri).

Le vicissitudini di Mascali continua e nel XVIII secolo la Sicilia, e dunque anche il territorio di Mascali, passò in mano borbonica. In seguito poi i paesi limitrofi, come p.es. il “quartiere delle Giarre” (l’odierna Giarre), divenuto ben più grande e ricco della stessa Mascali, ottennero l’autonomia amministrativa e nel 1815 la secessione, insieme a quelli che poi sarebbero divenuti i comuni di Riposto, Sant’Alfio e Milo. Per una più dettagliata storia di Mascali si veda [wikipedia]. Per informazioni attuali si veda il sito del comune.

Su antenati troviamo i registri sia dello Stato Civile della Restaurazione che quelli dello Stato Civile Italiano. Su familysearch anche alcuni registri parrocchiali compresi i Riveli.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) i seguenti antenati sono nati a Mascali nella famiglia Gangemi: Paolo (1791), Mariano (1829), Michiele (1833), Agata (1834) e Paolo (1836). Inoltre Concetta Bonanno (1827) e Giuseppe Tomarchio (1787).

Chiese: Parrocchia San Leonardo Abate; Chiesa parrocchiale Maria Santissima della Pietà; Chiesa Madre della Madonna dell’Itria.

Cimiteri: Cimitero di Mascali (Via Cuzzuli, 16, 95016 Mascali CT).

Santa Venerina

Santa Venerina. [10]
Santa Venerina. [11]
Sulla storia di Santa Venerina non si trova molto, le sue origini ed il suo sviluppo dipesero dalla sua posizione tra il Priorato di San Giacomo (Zafferana Etnea), il bosco di Aci (città demaniale) e la contea di Mascali.

Prende il nome dalla Santa cui è dedicata la chiesa madre. Fu abitata sin dall’epoca antica dai siculi, primi abitatori, con cui entrarono in contatto i coloni calcidesi nel secolo VIII a.C. Ai greci nel III secolo a.C. si sovrapposero i romani, dopo la loro vittoria sui cartaginesi. Caduto l’impero romano d’occidente sotto l’onda d’urto dei barbari, è la volta dei bizantini, di cui restano ruderi del VI-VII secolo. A quel periodo risale la chiesetta di Santo Stefano, cui era annesso un monastero che ospitava una comunità di monaci basiliani. Dopo la dominazione araba e l’arrivo dei normanni, a Santo Stefano si insediarono i monaci benedettini, cui verso la fine del secolo XI il conte Ruggero concesse tutta la zona.

L’insediamento odierno, formatosi nella prima metà del XVIII secolo, trae origine da un borgo sorto all’interno del territorio di Acireale, vicino a un pozzo denominato Sanctae Venerae puteus. Nel 1747 i deputati della cappella di Santa Venera di Acireale decisero di costruire una chiesetta in onore della Santa; intorno ad essa si sviluppò una vera e propria borgata, con oltre 600 abitanti. Il comune è stato costituito nel 1934 con territori staccati da Acireale, Giarre e Zafferana Etnea.

Per maggiori informazioni sulla storia di Santa Venerina (a volte negli atti nominata Santa Venera) si veda [italiapedia] in quanto su [wikipedia] le informazioni storiche sono scarse. Per informazioni attuali si veda il sito del comune.

Su antenati sono disponibili gli atti dello Stato Civile della Restaurazione così come quelli dello Stato Civile Italiano. Su familysearch si trovano alcuni registri ecclesiastici dal 1824 al 1948.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) i seguenti antenati sono nati a Santa Severina nella famiglia Greco: Agata (1895), Maria Grazia (1903), Giovanni (1905) e dulcis in fundo, la carissima Zia Nina: Anna Maria detta Nina (1929). Inoltre della famiglia Sciuto: Salvadore (1857) e Ignazia (1864). Per finire anche Antonio Di Grazia (1804), Antonio Sorbello (1811) e Alfio Finocchiaro (1889).

Chiese: Santa Venera; Sacro Cuore Di Gesù; Maria Vergine Della Catena; Maria Santissima Del Rosario (località Cosentini); San Mauro Abate (località Monacella); Santa Maria Del Lume; Santa Maria Del Carmelo (località Bongiardo, vedi sopra).

Cimiteri: Cimitero di Santa Venerina (SP49i, 95010 Santa Venerina CT).

Zafferana Etnea

Zafferana Etnea. [12]
Zafferana Etnea. [13]
La descrizione del blasone di Zafferana Etnea (a sinistra) recita: “Corona d’argento sovrastante uno scudo troncato che riporta, nella sezione superiore una aquila di colore nero, su sfondo oro, che afferra due grappoli d’uva porpora, e nella sezione inferiore di detto scudo, la rappresentazione dell’Etna, in verde nella parte inferiore e innevata all’estremità, con eruzione lavica sfiammante verso un campo di cielo in azzurro tenue e colata rossa sul fianco sinistro; il tutto coronato in basso con due fronde, di alloro e di quercia, legate all’estremità inferiore da nastro tricolore[14] Come si vede dallo stemma il campo è troncato; oltre l’immagine dell’Etna sono presenti i simboli dell’aquila e dell’uva; ed infine sono usati i colori: argento, azzurro, nero, oro, porpora, rosso, verde.

La storia di Zafferana Etnea (Zafarana in siciliano) è segnata dalle eruzioni dell’Etna e dai terremoti che più volte devastarono la zona. Per questo non esistono reperti storici anteriori al sisma del Val di Noto del 1693. Fin dall’epoca dell’occupazione romana, il suo territorio era attraversato da un asse viario che collegava Taormina (Tauromenium) e Catania (Katane). Una piccola parte di questa antica strada lastricata è ancora visibile presso la contrada Dagalone. Il celebre antropologo palermitano Giuseppe Pitrè cita Zafferana come luogo di passaggio dei tre santi Alfio, Filadelfo e Cirino sulla via verso il loro martirio. Per maggiori informazioni sulla storia di Zafferana si veda [wikipedia]. Per informazioni attuali si rimanda al sito del comune. Il sito ufficiale della Parrocchia (Chiesa Madre Santa Maria della Provvidenza) è stato archiviato.

Su antenati per Zafferna Etnea ci sono i registri dello Stato Civile della Restaurazione così come dello Stato Civile Italiano. Su familysearch sono presenti alcuni registri ecclesiastici di Zafferana Etnea per quattro parrocchie.

Chiese: Santa Maria Della Provvidenza; San Giuseppe; Maria Santissima Del Rosario; San Vincenzo Ferreri (località Sarro).

Cimiteri: Cimitero di Zafferana Etnea (Via Cimitero Civita, 1, 95019 Zafferana Etnea CT, +39(095)708 1975).

Acireale e Dintorni

Aci e Galatea. [15]
Il nome Aci delle tre cittadine qui sotto deriva dalla mitologia greca. La leggenda è descritta da Ovidio nel libro XIII delle Metamorfosi, così come brevemente anche da Virgilio nell’Eneide. e come in altre leggende (p.es. quella di Aretusa) l’acqua ricopre un ruolo centrale, indicando che in Sicilia questa è sempre stata considerata un bene prezioso.

Aci (in greco Ἄκις, -ιδος, in latino Ăcis, -ĭdis) era figlio di Fauno e della ninfa Simetide ed era un pastore bellissimo che s’innamorò della ninfa Galatea, una delle cinquanta ninfe del mare dette le Nereidi, figlie di Nereo e della ninfa Doride. Galatea era a sua volta amata da Polifemo.

Polifemo tentò di sedurre la ninfa Galatea con un tipico simbolo della lussuria, lo si ritrova infatti usato p.es. nei baccanali: il flauto. L’adescamento non riuscì e la gelosia alimentò e fece crescere la rabbia di Polifemo quando questi sorprese Aci e Galatea insieme.

Polifemo quindi, presa una roccia, la scagliò contro Aci, colpendolo. Il bel pastorello, colpito a morte, si accasciò al suolo. Al che Galatea in un ultimo disperato tentativo di soccorrerlo e di tenerlo in vita, trasformò il sangue del suo amato in acqua di sorgente. Aci divenne così un dio fluviale.

Al giorno d’oggi esiste ancora una sorgente, a Capo Mulini, tra Acireale ed Aci Trezza, che è chiamata dagli abitanti del luogo Il sangue di Aci, per il colore dei depositi lungo l’affioramento della fonte.

Nella zona quindi, in onore di Aci, ben nove paesi o cittadine portano questo nome come prefisso: Aci Castello, Acitrezza, Acireale, Aci Bonaccorsi, Aci Sant’Antonio, Aci Catena, Aci San Filippo, Aci Platani e Aci Santa Lucia. Tali nove luoghi sono quelli dove, secondo leggenda, Polifemo avrebbe buttato nove parti del corpo di Aci[16]. Si narra anche che Acireale e le altre Aci trassero la propria origine da Xiphonia, una misteriosa città greca oggi del tutto scomparsa.

Aci Castello

Aci Castello. [17]
Aci Castello. [18]
La storia di Aci Castello (Casteḍḍu di Iaci o a Casteḍḍu in siciliano) sarà praticamente condivisa fino al XVII secolo con quella degli altri casali del territorio di Aci a cui si può far riferimento (si veda Acireale più sotto). Si vedano anche le scarse informazioni su [wikipedia]. Per informazioni attuali si veda il sito del comune.

Su antenati ci sono i registri dello Stato Civile della Restaurazione ed i registri dello Stato Civile Italiano. Su familysearch troviamo alcuni registri ecclesiastici compresi i Riveli.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) solo il marito di Maria Greco, di cognome Quattrocchi è nato ad Aci Castello (nel 1895).

Chiese: Chiesa madre di San Mauro; Chiesa di San Giuseppe.

Cimiteri: non sono a me conosciuti cimiteri ad Aci Castello.

Aci Sant’Antonio

Aci Sant’Antonio. [19]
Aci Sant’Antonio. [20]
Nel 1169, a seguito di una forte eruzione accompagnata da forti scosse di terremoto, gli abitanti lasciarono la parte costiera della zona e si ritirarono in queste amene contrade ricche di boschi e di abbondante legname; qui diedero vita al piccolo borgo di Casalotto. Il borgo di Casalotto sorgeva a nord-ovest dall’attuale centro urbano di Aci Sant’Antonio (San Antoni in siciliano). La storia del borgo è strettamente collegata, fino al 1639, alle sorti del vicino e grande centro chiamato oggi Acireale. Sotto il dominio spagnolo, dopo varie lotte e scontri, l’ormai grande Aquilia si separa in Aci Inferiore (Acireale) e Aci Superiore (città amplissima e liberalissima di Jaci Sant’Antonio e San Filippo). Con la separazione delle Aci, Aci Sant’Antonio e Aci San Filippo ingloba diverse comunità e centri limitrofi odierni come, oltre a questo comune, Aci Castello, Valverde, Viagrande, Aci Bonaccorsi, Aci Catena, Aci San Filippo estendendosi fino a Bongiardo (frazione di Santa Venerina) e Pisano (frazione di Zafferana Etnea).

Nel 1792, con atto pubblico, la Città di Aci Santi Antonio e Filippo diventò comune libero. Per ultimo è da notare il distacco e la costituzione del comune di Valverdenel 1951. Per maggiori informazioni sulla storia di Aci Sant’Antonio si veda [wikipedia]. Per attuali informazioni si veda il sito del comune.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) i seguenti antenati sono nati ad Aci Sant’Antonio nella famiglia Sciuto: Salvatore (1797), Gaetana (1820), Sebastiana (1821), Pasquale (però con il cognome Lo Sciuto, nel 1824), Anna (1825), Giuseppe (1828), Gaetano (1829), Giuseppe (1831), Michele (1832) e Giuseppe (1833). Inoltre Maria Motta (1797).

Chiese: Chiesa Madre di Sant’Antonio Abate; Chiesa della Madonna della Mercede; Chiesa di Maria Santissima delle Grazie; Chiesa di Maria Santissima degli Ammalati; Chiesa di Maria Santissima dei Tribolati; Chiesa di San Biagio; Chiesa di San Michele Arcangelo; Chiesa di Santa Maria de La Salette (località Lavinaio); Chiesa di Sant’Antonio da Padova (località Monterosso Etneo).

Cimiteri: Cimitero Aci Sant’Antonio (Via Oasi, 44, 95025 Aci Sant’Antonio CT)

Acireale

Acireale. [21]
Acireale. [22]
Il fiume (vedi la leggenda più sopra) chiamato Akis dai greci, prevalentemente sotterraneo, ha dato quindi originariamete il nome a questa città, nome che ha subito dunque una lenta evoluzione: diventò Jachium sotto i bizantini, Al Yag con gli arabi e quindi Aci d’Aquila (o Aquilia) con gli spagnoli. Nel XIV secolo la città si stabilì nel territorio attuale (prima sorgeva nei pressi del castello di Aci, oggi Aci Castello, vedi sopra) con il nome di Aquilia Vetere prima, e di Aquilia Nuova in seguito. Il nome Acireale (Jaci-Riali o Jaci in siciliano) fu attribuito alla città, secondo la tradizione, da Filippo IV di Spagna solo nel 1642.

In epoca romana nello stesso territorio nacque una città chiamata Akis, e che storicamente partecipò alle guerre puniche. Nel Medioevo il borgo si consolidò attorno al castello di Aci e solo nel Trecento una decina di nuclei familiari si spostarono più a nord, dove nacque Aquilia (Aci d’Aquila) o Aquilia Nuova, primo punto stabile dell’odierna città. Nel Cinquecento vi si insediarono tra l’altro diversirdini religiosi lasciando un’impronta tanto indelebile che ancora oggi spesso viene citata come la città dalle cento campane.

Nel 1528 l’imperatore Carlo V la eresse a comune e nel 2005 ottenne il titolo di Città con decreto presidenziale. Oggi è nota in particolar modo per il Carnevale di Acireale, con carri allegorico-grotteschi e con gruppi mascherati in sfilata, e con carri infiorati, prerogativa tipica acese. Per informazioni più dettagliate sulla storia di Acireale si veda [wikipedia]. Per informazioni attuali si rimanda al sito del comune.

Su antenati troviamo gli atti dello Stato Civile della Restaurazione e quelli dello Stato Civile Italiano. Su familysearch sono disponibili oltre ad alcuni registri ecclesiastici anche i Riveli ed i registri militari.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) l’unica antenata nata ad Acireale è Anna Sciuto (1861), la nostra bisnonna.

Chiese: Cattedrale di Acireale (dedicata a Maria Santissima Annunziata, attribuita al culto di Santa Venera, patrona della città); Basilica dei Santi Pietro e Paolo; Basilica collegiata di San Sebastiano; Chiesa di Sant’Antonio da Padova (risale al periodo di Aquilia Nuova); Chiesa di Santa Maria del Suffragio; Chiesa di San Camillo (da alcuni definita la Chiesa delle donne).

Cimiteri: Cimitero di Acireale (Piazzale Fernando Cento, 95024 Acireale CT – +39-0958-95111; anche Via Sclafani, 95024 Acireale CT).

Catania e Provincia

Calatabiano

Calatabiano. [23]
Calatabiano. [24]
La storia di Calatabiano (Cattabbianu in siciliano) è strettamente collegata a quella del suo castello. Con tutta probabilità, stante l’importanza strategica e militare del sito, una fortezza doveva già essere presente in epoca greca e forse addirittura sicula. Il castello, nella sua conformazione attuale, con l’annesso borgo collinare cinto da mura merlate, è riconducibile a una prima fortificazione sommitale di epoca bizantina. Il nome del paese è di derivazione dall’arabo قلعة (kalaat: castello), mentre -biano non è riconducibile a un nome arabo.

Sotto il dominio normanno, regnando Ruggero II, nel 1135 Calatabiano fu elevata a baronia. Nel 1544 si ebbe la venuta del pirata Dragut che, sbarcato sul lido di San Marco, espugnò e saccheggiò il borgo. Nel 1677, a seguito della rivolta antispagnola di Messina i francesi assediarono lungamente il castello, venendo respinti dai 150 difensori spagnoli e poi sopraffatti dai soverchianti rinforzi. Dopo il terremoto del Val di Noto del 1693 la popolazione si reinsediò ai piedi della collina da dove da qualche decennio esisteva già un piccolo insediamento, primo nucleo della Calatabiano moderna, che progressivamente si espanse sulla pianura. Per qualche informazione in più sulla storia di Calatabiano si veda [wikipedia]. Per informazioni attuali si rimanda al sito del comune.

Per Calatabinao sono presenti su antenati sia i registri dello Stato Civile della Restaurazione che quelli dello Stato Civile Italiano. Su familysearch invece sono presenti alcuni registri ecclesiastici compresi i Riveli.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) l’unica antenata nata ad Calatabiano è Carmela Crisafi (1845).

Chiese: Chiesa Parrocchiale di Maria Santissima Annunziata; Chiesa di Gesù e Maria; Chiesa Santissimo Crocifisso.

Cimiteri: non sono a me conosciuti cimiteri a Calatabiano.

Catania

Catania. [25]
Catania. [26]
Secondo lo storico greco Plutarco il nome della città deriva dal siculo katane (cioè grattugia, parola di origine indoeuropea), per l’associazione con le asperità del territorio lavico su cui sorge, od anche dal latino catinum (catino, bacinella) per la conformazione naturale a conca delle colline intorno alla città o come riferimento al bacino della Piana. L’etimologia resta comunque oscura: secondo altre interpretazioni, il nome deriverebbe dall’apposizione del prefisso greco katà- al nome del vulcano Etna (Aitnè, dal greco) (in modo che ne risulti nei pressi di o appoggiata all’Etna). In epoca araba il geografo Al-Muqaddasi precisa che la città di Qatāniya “Si chiama anche Madīnat al-Fīl (Città dell’Elefante)” e Idrisi la riporta come Balad al-fîl, di analogo significato. Nel cinquecento la città fu soprannominata la Sicula Atene forse per assonanza con il nome greco katane (kai Atena). Altri soprannomi notevoli sono quelli di la protettrice dei Re riferito al periodo 1282–1412 o più recentemente di Milano del sud.

Lo stemma della città ha la seguente blasonatura: “D’azzurro, all’elefante di rosso con la proboscide alzata e le zanne al naturale, sormontato dalla lettera maiuscola A, pure di rosso. Legenda: S.P.Q.C.”, dove S.P.Q.C. sta per Senatus Populusque Catanensium (il Senato e il Popolo di Catania, che rimanda a SPQR di Roma). Per maggiori informazioni sullo stemma di catania si veda [wikipedia].

La collina di Monte Vergine occupa una posizione strategica fra il mare, l’Etna e la maggiore pianura di Sicilia. Su di essa si sviluppò un vasto abitato preistorico. Infatti nel Monastero dei Benedettini di San Nicolò l’Arena sono stati rinvenuti reperti che coprono il periodo compreso tra il Neolitico (10.000 a.C. – 3.500 a.C.) e la fine dell’età del Rame, anche detta Eneolitico (circa 5.000 a.C.). Sebbene si conoscano rinvenimenti sporadici dell’età del Bronzo (3.400 a.C. – 600 a.C. ) e di quella del Ferro (2.000 a.C. – 1.000 a.C.), l’area era probabilmente disabitata quando nel 729-728 a.C. i Calcidesi, coloni greci provenienti da Naxos, fondarono Kατάvη (katàne in greco antico, katàni in greco moderno). Càtina (o Càtana) divenne colonia augustea nel 21 a.C.. La città vanta una storia millenaria caratterizzata da svariate dominazioni. Sotto la dinastia aragonese fu capitale del Regno di Sicilia, e dal 1434 per volere del re Alfonso V è sede della più antica Università dell’isola. Nel corso della sua storia è stata più volte interessata da eruzioni vulcaniche e da terremoti . Per un approfondimento sulla storia di Catania si veda [wikipedia]. Per altre informazioni si veda di nuovo [wikipedia] o per informazioni attuali il sito del comune.

Su antenati e su familysearch sono disponibili molti registri: Stato Civile della Restaurazione, Stato Civile Italiano e registri ecclesiastici, compresi i Riveli, e militari.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) l’unico antenato nato a Catania è Giuseppe Sapienza (1892).

Chiese: Cattedrale di Sant’Agata, in piazza del Duomo; Chiesa di Sant’Agata la Vetere (ex Cattedrale); Chiesa della Badia di Sant’Agata;Chiesa di Maria Santissima dell’Elemosina (Basilica Pontificia detta La Collegiata); Chiesa di Sant’Agata alla Fornace e di San Biagio; Chiesa di San Francesco d’Assisi all’Immacolata (custodisce le spoglie di Eleonora d’Angiò); Chiesa di San Benedetto (detta Badia Grande); Chiesa di San Domenico; Chiesa di San Giuliano; Chiesa di San Nicolò l’Arena; Chiesa di San Placido; ed infine Chiesa di Santa Maria dell’Aiuto.

Cimiteri: Cimitero Monumentale di Catania (Via Acquicella, 95100 Catania CT – +39-095-7426526); Cimitero Comunale (Via Roma, 102, 95030 Sant’Agata li Battiati CT – +39-095-7254666); Cimitero di San Giovanni Galermo (Via della Misericordia, 18-34, 95123 Catania CT).

Milo

Milo. [27]
Milo. [28]
Come per i nove Aci di cui sopra, sembrerebbe che anche a Milo (‘u Milu in siciliano) l’acqua svolga un ruolo particolare per il paese e per il suo nome. Lo storico cinquecentesco Anton Giulio Filoteo degli Omodei, di Castiglione di Sicilia in provincia di Catania, scrisse nella sua Aetnae Tipografia: “C’è un’altra sorgente d’acqua dolce e limpida […] verso sud est, nel bosco; questa sorgente dal colore nero della terra dove scaturisce dal greco ha nome Melan [μέλαν], dagli etnei comunemente è chiamata Milo”, μέλαν in greco significa appunto nero. Un’altra ipotesi non confortata finora da documenti, è che Milo derivi da mulino.[29]

Il paese cominciò a costituirsi agli inizi del Settecento e in nuclei dislocati. Alla proprietà ecclesiastica (Mensa del Vescovo[30]) e alle estensioni boschive e a pascolo, si sostituì la proprietà di grandi famiglie signorili e borghesi, del Giarrese e dell’Acese, le istituzioni giuridico-amministrative, ed i confini definiti a queste connesse, e le pertinenze ai Comuni. Dapprima appartenente alla Contea di Mascali, Milo passò successivamente al Comune di Giarre nel 1815, poi a quello di Sant’Alfio nel 1823, ed infine nel 1955 ottenne l’autonomia. Per maggiori informazioni, anche sulla storia di Milo, si veda il sito del comune o con scarse informazioni anche [wikipedia].

Su antenati non è consultabile alcun registro ma su familysearch troviamo sia registri dello stato civile che ecclesiastici.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) l’unico antenato nato a Milo è Antonino Russo (1771).

Chiese: Chiesa Sant’Andrea;

Cimiteri: non sono a me conosciuti cimiteri a Milo.

Piedimonte Etneo

Piedimonte Etneo. [31]
Piedimonte Etneo, Presa. [32]
Piedimonte Etneo al suo nascere fu battezzata con il nome di Belvedere a causa dei suoi panorami che si possono ammirare dalla collina ove sorge. Nonostante il nome richiesto alla Regia Curia nel XVII secolo fosse stato Piemonte, continuò ancora a chiamarsi Belvedere. In seguito prevalse il nome Piedimonte (Piamunti in siciliano), cui fu aggiunto Etneo nel 1863, per distinguerlo da altri paesi con identico nome. L’etimologia del nome si spiega da sè.

Fu Ignazio Gravina Cruillas (1611-1685), dei baroni di Francofonte e principi di Palagonia, che nel 1650 “principiò” sul feudo Bardella della baronia di Calatabiano “una nuova habitatione” chiamandola Piemonte, non andando oltre l’edificazione di una piccola chiesa, intitolata a Sant’Ignazio di Loyola, di una dozzina di “casuncole terrane“, di qualche forno e di un piccolo alloggio per suo servizio. Un’altra dimora che si fece costruire fu all’Aquicella, detta ora Castello di San Marco. Per maggiori informazion sulla storia di Piedimonte Etneo si veda [wikipedia] e per informazioni attuali il sito del comune.

Su antenati troviamo per lo Stato Civile della Restaurazione i registri sia di Piedimonte che di Piedimonte Etneo e per lo Stato Civile Italiano solo quelli di Piedimonte Etneo. Su familysearch troviamo alcuni registri ecclesiastici, compresi i Riveli.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) l’unica antenata nata a Piedimonte Etneo è Nicolina Daidone (1805).

Chiese: Chiesa Sant’Ignazio; Parrocchia Santa Maria del Rosario; Chiesa Immacolata; Chiesa del Carmine; Chiesa San Michele.

Cimiteri: non sono a me conosciuti cimiteri a Piedimonte Etneo.

San Gregorio di Catania

San Gregorio di Catania. [33]
San Gregorio di Catania. [34]
Il paese di San Gregorio prese nome dal suo santo protettore, papa Gregorio Magno, la cui madre era verosimilmente di origine siciliana.

Il comune di San Gregorio di Catania (San Grigorj, San Griorj e San Grigorju ri Catania in siciliano) è relativamente nuovo, soprattutto se confrontato con la storia degli altri comuni su queste pagine. Nel 1812, con l’abolizione del feudalesimo e del baronaggio, ai Giurati successe il Decurionato, un gruppo di dieci uomini eletti dal popolo e approvati dal re. Con l’unità d’Italia, nel 1860, anche il Decurionato fu abolito e subentrò l’attuale sistema amministrativo. Di più non si trova su questo paese, nè su wikipedia nè tantomeno sul sito del comune.

Su antenati sono presenti i registri dello Stato Civile della Restaurazione così come quelli dello Stato Civile Italiano, su familysearch invece alcuni registri ecclesiastici, compresi i Riveli.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) l’unica antenata nata a San Gregorio di Catania è Domenica Tomasello (circa 1734).

Chiese: Parrocchia Sant’Antonio Abate; Parrocchia Santa Maria degli Ammalati; Chiesa Immacolata Concezione di Maria Santissima; Chiesa Sant’Antonio da Padova; Misericordia Di San Gregorio Di Catania.

Cimiteri: Cimitero comunale di San Gregorio di Catania.

Valverde

Valverde. [35]
Valverde. [36]
L’origine dell’antico nome di questo paese Vallis Viridis è molto dibattuta. Il borgo fu chiamato in siciliano Bedduviddi (Belverde), e quindi italianizzato, ma non senza polemiche. Valverde è infatti anche detta da alcuni Aci Belverde, ma questa è una forma ormai desueta, ma serve a collocare Valverde tra gli altri Aci della zona, traendo la proprio origine dall’ipotetica Xiphonia. In questo caso, avremmo quindi ben dieci e non nove Aci in questa zona (vedi sopra).

La fondazione nel medioevo (395-1492) del Santuario di Valverde vicino al Castello di Aci inizia la storia di questo paese. La storia di Valverde sarà praticamente condivisa fino al XVII secolo con quella degli altri casali del territorio di Aci. Per un paio di informazioni in più sulla storia di Valverde si veda wikipedia. Per informazioni attuali si veda il sito del comune.

Su antenati troviamo i registri dello Stato Civile della Restaurazione non però quelli dello Stato Civile Italiano. Su familysearch inoltre troviamo alcuni registri ecclesiastici.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) l’unico antenato nato a Valverde è Giuseppe Lo Sciuto (circa 1724).

Chiese: Chiesa Santa Maria Della Misericordia.

Cimiteri: Cimitero di Valverde.

Messina e Dintorni

Proseguimo quindi il nostro viaggio nel tempo e nello spazio con il ramo della nostra nonna paterna, Nonna Concetta, e ci spostiamo non lontano dalla provincia di Catania per andare in quella di Messina. Anche per questa provincia elenco i comuni dove i nostri antenati sono nati ed hanno vissuto, di nuovo in ordine alfabetico.

Gallodoro

Gallodoro. [38]
Gallodoro. [37]
Un documento del 1705 cita un nobile, don Giulio Zati e Guicciardini, richiedente l’assegnazione di un cappellano curato per la già esistente Chiesa del Glorioso Patriarca San Giuseppe, sita nella parte marittima della Terra di Galli Aurej., dal quale sembra quindi sia derivato il nome Gallodoro (Caḍḍidoru in siciliano). Già i romani diedero il nome di Vallis Aurea alla località, o per la sua ubertosità, ovvero fertilità, o per l’esistenza di giacimenti d’oro, quindi traducibile con Valle d’Oro, da cui poi il nome del borgo che sorse appunto nel luogo di passaggio tra la parte bassa e quella alta di detta valle.

L’origine di Gallodoro si fa risalire all’età greca, in un insediamento sito in prossimità delle contrade Margi e Sant’Anna, che secondo la tradizione popolare veniva chiamato Bocena. Per il ritrovamento di alcuni reperti si ipotizza anche come possibile ubicazione della città di Kallipolis (bella città in greco, italianizzata in Callipoli o Gallipoli), fondata dai calcidesi della vicina Naxos (vedi più sotto Giardini). Di questa antica città nulla si sa oltre al fatto della sua esistenza e della sua presunta distruzione nel 403 a.C.. La sua localizzazione è incerta, è stato infatti anche ipotizzato che fosse situata nell’attuale Giarre o Francavilla di Sicilia. L’attuale borgo risale al periodo medioevale, con il primo nucleo abitativo formatosi intorno alla chiesa di San Teodoro Martire.

Da Gallodoro, verso l’Ottocento si sviluppò sulla costa la frazione di Letojanni, che all’inizio si chiamò Letojanni-Gallodoro. Infine nel 1952 i due paesi si divisero assumento i propri nomi, rispettivamente Gallodoro e Letojanni.

Per maggiori informazioni sulla storia di Gallodoro si veda su wikipedia. Per informazioni attuali si veda sul sito del comune, dove è possibile trovare la storia di Gallodoro con le stesse parole che su wikipedia. Chi sia stato il primo a scriverla non lo so.

Sul sito antenati troviamo i registri di Gallodoro, sia per lo Stato Civile della Restaurazione che per lo Stato Civile Italiano. Su familysearch ci sono fondamentalmente gli stessi registri ed in più i Riveli (visibili presso un Centro di Storia Familiare, vedi più sotto al paragrafo sulla Sicilia). Per l’Archivio di Stato di Messina vedi più sotto.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) l’unica antenata nata a Gallodoro è Caterina Cacciola (1844).

Chiese: Parrocchia S. Maria Assunta; Chiesa di San Nicolò

Cimiteri: non sono a me conosciuti cimiteri a Gallodoro.

Giardini-Naxos

Giardini-Naxos. [39]
Giardini-Naxos. [40]
La penisola fino a Capo Schisò (corruzione, volgare, araba, di Naxos) fu abitata fin dal neolitico (10000-3500 a.C.), sono stati infatti rinvenuti reperti riconducibili ai Sicani ed altri ai Siculi. Secondo la tradizione Giardini-Naxos (Giaddina in siciliano) fu fondata nel 734 a.C. da coloni calcidesi dandole lo stesso nome dell’isola nel Mar Egeo Naxos (Νάξος in greco antico, o chiamata anche Nasso) erigendovi anche un altare dedicato ad Apollo Archegetes. La prima colonia greca di Sicilia durò poco più di trecento anni.

Nel periodo bizantino (395-1.453 d.C.) sulle spoglie della colonia greca si formò un piccolo centro abitato, diventando un approdo strategico per la vicina Taormina. Durante il XV secolo il paese si sviluppò ulteriormente.  Nel 1719 si formò la comunità parrocchiale intitolata a Maria Santissima della Raccomandata. Nel 1847 ottenne l’autonomia da Taormina. Nell’agosto del 1860 dalla baia di Giardini partì Garibaldi con la sua truppa per dirigersi sulle coste calabresi.

Nel 1978 si aggiunse al nome del Comune, allora Giardini, il nome Naxos per ricordare l’antico nome della colonia greca. Per maggiori informazioni sulla storia di Giardini-Naxos si veda [wikipedia] e l’articolo su Naxos. Per informazioni attuali si veda il sito del comune.

Sul sito antenati troviamo i registri di Giardini, sia per lo Stato Civile della Restaurazione che per lo Stato Civile Italiano. Su familysearch ci sono fondamentalmente gli stessi registri. Per l’Archivio di Stato di Messina vedi più sotto.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) i seguenti antenati sono nati a Giardini Naxos nella famiglia Andò: Diego (1814), Francesco (1867) e Domenico (1880). Inoltre Domenica Battaglia (1816) e Giuseppe Gangeri (1867).

Chiese: Chiesa Parrocchiale di Maria SS. Immacolata (San Giovanni); Chiesa di Santa Maria Raccomandata; Chiesa di San Pancrazio.

Cimiteri: non sono a me conosciuti cimiteri a Giardini.

Messina

Messina. [41]
Messina. [42]
La fondazione di Messina (Missina in siciliano) è discussa, alcuni studiosi la collocano dopo il 750 a.C., a cura di coloni Cumani e Calcidesi; altri si affidano alla cronologia, non del tutto affidabile, avanzata da Eusebio di Cesarea, il quale ne suggerisce l’erezione nel 757 a.C., risultando quindi antecedente alla ἀποικία (apoikia, greco antico traducibile con insediamento esteriore, nel senso di estero, quindi con colonia) di Naxos e pertanto sarebbe la prima in Sicilia. Fu fondata con il nome di Ζάγκλη (Zancle, che riprende un termine siculo che significa falce, dalla forma della penisola dove sorge), in seguito fu chiamata Μεσσήνη (Messēnē) quando Anassilao di Reggio intorno al 491 a.C. la ripopolò tra l’altro con coloni provenienti da Messenia, antica regione del Peloponneso sud-occidentale. I Romani quindi la conquistarono verso il 264-241 a.C. ribattezandola Messana. Dopo i Romani vennero i Bizantini, che la ribattezzarono in Messina, e dopo i Bizantini gli Arabi ed in seguito i Normanni, seguendo quindi la storia del resto della Sicilia. Per maggiori informazioni sulla storia di Messina si veda [wikipedia] e per informazioni attuali il sito del comune.

Sul sito antenati troviamo i registri di Messina, sia per lo Stato Civile della Restaurazione che per lo Stato Civile Italiano. Su familysearch ci sono fondamentalmente gli stessi registri, inoltre anche i Riveli (visibili solo in un Centro di Storia Familiare, vedi più sotto al paragrafo sulla Sicilia) ed alcuni registri della Chiesa Anglicana. L’Archivio di Stato di Messina è in Via Avellino, 1, 98124 Messina ME (+39-090-2984211, email as-me@beniculturali.it).

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) i seguenti antenati sono nati a Messina nella famiglia Andò: Diego (1858), Carmelo (1865), Domenica (1868), Rosario (1869), Giovanni (1873), Amalia (circa 1877), Maria (1881), Carmela (1884), Domenico Salvatore (1890), Giuseppa (1892), Flavia Maria (1895), Letterio (1897) e Luigi Giovanni (1898); nella famiglia Aliotta: Luigi (1823), Giuseppe (come Aliotta Cardillo, nel 1829), Letizia (1836), Stellario Emmanuele Ferdinando (1863), Emanuela (1866), Maria (1868), Emanuele (1870), Concetta (1872), Emanuele (1876), Francesco (1876), Salvatore (1878), Emmanuela (1879), Maria (1881), Salvatore (1881), Emanuele (1883), Luigia (1884), Maria (1888), Luigi Giovanni (1895), Giovanni Spiritione Salvatore Giuseppe (1897), Giuseppe Luigi (1897), Giulia Antonia (1899) e Salvatore Stellario Giuseppe (1899). Inoltre nella famiglia Donato:  Placido (1809) e Flavia (1845); e Emmanuela Cardillo (1793), Catarina Gentile (1811), Paola Consales (1818), Giuseppa Scuderi (1839), Giulia Antonia Lo Mundo (1843), Marina Bruzzone (1888), Concetta Ragonà (1895) e Carmela D’Andrea (1909).

Chiese: Basilica Cattedrale Protometropolitana, dedicata a Santa Maria Assunta; Chiesa della Santissima Annunziata dei Catalani (chiamata precedentemente Chiesa di Santa Maria di Castellamare); Chiesa concattedrale del Santissimo Salvatore; Basilica Santuario di Sant’Antonio di Padova; Sacrario di Cristo Re; Santuario della Madonna di Montalto; Santuario della Madonna di Lourdes; Chiesa di Sant’Elia; Chiesa di San Francesco all’Immacolata; Chiesa di San Giovanni di Malta; Chiesa della Madonna delle Grazie; Chiesa di Santa Maria della Valle, detta Badiazza; Chiesa di San Tommaso Apostolo il Vecchio; Chiesa Santa Maria del Carmine; Chiesa di Santa Maria Alemanna; Santuario di Santa Maria Consolata; Santuario di Santa Maria di Pompei. Inoltre non bisogna dimenticarsi delle chiese distrutte dal terremoto del 1908: Chiesa della Santissima Annunziata; Chiesa di Santa Maria della Scala; Chiesa di San Gregorio; Chiesa delle Anime del Purgatorio; Chiesa di Santa Teresa; Chiesa di San Paolo.

Cimiteri: Cimitero Monumentale di Messina (Via Catania, 120, 98124 Messina ME – +39(090)2923548); Cimitero di San Filippo (Località Cimitero di S. Filippo, 98144 Messina – +39(090)6192339); Cimitero di Pace (Str. Panoramica dello Stretto, 98167 Messina ME); Cimitero di Torre Faro (Strada Comunale Frantinaro, 98164 Messina ME – +39(090)327054); Cimitero di Larderia (Via Provinciale , Larderia Inferiore, SP39, 98129 Messina ME – +39(090)7381081).

Roccalumera

Roccalumera. [43]
Roccalumera. [44]
Il nome Roccalumera (Rrokkalumèra in siciliano) viene da Roccae Alumeriae cioè Rocca dell’Allume (Rocca dal nome del proprietario, la famiglia La Rocca, ed allume, per indicare le importanti miniere). Con la Costituzione del Regno di Sicilia, abolente nel 1812 il feudalismo, il Marchesato di Rocca Alumarie divenne il comune di Roccalumera, inserito nel Circondario di Alì, facente parte del Distretto di Castroreale.

Roccalumera è ricordata soprattutto per la figura di Salvatore Quasimodo (Modica 1901–Napoli 1968), premio Nobel per la Letteratura 1959: qui nacque ed è sepolta tutta la famiglia del poeta.

Per maggiori informazioni sulla storia di Roccalumera si veda [wikipedia]. Per attuali informazioni si veda il sito del comune.

Sul sito antenati troviamo i registri di Roccalumera, sia per lo Stato Civile della Restaurazione che per lo Stato Civile Italiano. Su familysearch ci sono fondamentalmente gli stessi registri, inoltre anche i Riveli (visibili solo in un Centro di Storia Familiare, vedi più sotto al paragrafo sulla Sicilia). Per l’Archivio di Stato di Messina vedi più sopra.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) l’unico antenato nato a Roccalumera è Francesco Andò (1838).

Chiese: Parrocchia Santa Maria della Catena; Chiesa Madonna del Carmelo; Chiesa Santissimo Crocifisso e la Chiesa di Santa Maria del Rosario (patrona di Roccalumera) ad Allume.

Cimiteri: Cimitero di Roccalumera (sul proseguio di Via Ferrer, verso l’interno).

Taormina

Taormina. [45]
Taormina. [46]
La storia di Taormina inizia ben prima del I secolo a.C. quando Diodoro Si

culo afferma, nel XIV libro della sua Bibliotheca historica che i Siculi abitavano la rocca di Taormina. Invece Strabone narra che Taormina abbia avuto origine dagli Zanclei (messinesi) e dai Nassi, che confermerebbe quanto afferma Plinio, che Taormina in origine si chiamasse Naxos. Per l’origine del nome Taormina (Tauromenion, Tauromenium, dal toponimo in greco antico Ταυρομένιον) molte sono le notzizie, ma incerte e non attendibili. L’ipotesi più accettata è quella che indica il significato del nome in riferimento alla posizione collinare della città.

La storia di Taormina prosegue poi passando dal dominio dei tiranni di Siracusa e il dominio prima romano e poi mussulmano per poi proseguire con il Regno di Sicilia e la conseguente storia dell’isola. Per un suo approfondimento si veda [wikipedia]. Per informazioni attuali si veda il sito del comune.

Sul sito antenati troviamo i registri di Taormina, sia per lo Stato Civile della Restaurazione che per lo Stato Civile Italiano. Su familysearch ci sono fondamentalmente gli stessi registri, inoltre anche i Riveli (visibili solo in un Centro di Storia Familiare, vedi più sotto al paragrafo sulla Sicilia). Per l’Archivio di Stato di Messina vedi più sopra.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) i seguenti antenati sono nati a Taormina nella famiglia Andò: Carmela (1827), Nunziata (1828), Caterina (1830), Domenico (1832), Domenica (1863), Domenico (1863), Francesco (1863), Diego (1864), Gaetana (1873) e Pancrazia (1885).

Chiese: Basilica Cattedrale, Madonna della Rocca, San Giuseppe, Santa Caterina, Sant’Antonio Abate, Sant’Antonio da Padova, Santa Domenica, San Pancrazio, San Pietro e Varò. Si veda anche il sito dell’Arcipretura di Taormina, Parrocchia di San Nicolò di Bari. L’Arcipretura stessa di trova a Piazza Duomo, 1, 98039 Taormina ME (Tel. +39-0942-23123).

Cimiteri: Cimitero Comunale in Via Porta Pasquale, 98039 Taormina. Si vedano anche i Cimiteri di Giardini-Naxos più sopra.

La Sicilia

Regno delle Due Sicilie. [47]
Trinacria. [48]
Il nostro viaggio nella Trinacria non si ferma però alle provincie di Catania e Messina, infatti alcuni dei nostri antenati provengono da altre zone di questa isola, come la provincia di Caltannissetta, quella di Trapani e da Palermo.

Ma visto che questo capitolo è pieno di stemmi, non può mancare l’affascinante stemma del Regno delle Due Sicilie, qui a sinistra, personalmente non ne conosco un altro che contenga a sua volta così tanti altri emblemi, contiene infatti gli stemmi, in ordine alfabetico, di: Angiò Napoli, Aragona, Aragona Sicilia, Asburgo, Borbone, Borgogna Antica, Borgogna Moderna, Brabante, Castiglia, Farnese, Fiandra, Gerusalemme, Granata, León, Medici, Portogallo e Tirolo; così come i distintivi: Ordine Supremo dello Spirito Santo, Ordine di San Ferdinando e del Merito, Toson d’Oro, Ordine di San Gennaro, Ordine Costantiniano di San Giorgio ed Ordine di Carlo III.

La più antica testimonianza umana sull’isola risale a circa il 20.000 a.C..  La storia della Sicilia è stata influenzata dai tanti gruppi etnici, come p.es. i Sicani, i Siculi e gli Elimi, così come i fenici ed i greci, dei quali, coloro che nacquero sull’isola dall’unione tra gli ellenici ed i siculi o sicani, si definirono sicelioti. Ovviamente non mancarono i romani, i vandali, gli ostrogoti, i bizantini e gli islamici. Per un approfondimento sulla storia della Sicilia si veda [wikipedia]. Per informazioni attuali si veda il sito della regione.

Tricolore Borbonico (1860). [50]
Tricolore Borbonico (1848). [49]
Tornando al Regno delle Due Sicilie ed al suo stemma, è interessante anche notare come i Bornoni avessero già adottato nel 1848 e poi nel 1860 il tricolore (vedi qui a destra) con all’interno appunto il loro emblema.

Delle attuali provincie della Sicilia, il sito antenati ha a disposizione ad oggi (Dic. 2020) gli atti dei seguenti Archivi di Stato: Agrigento (solo lo Stato Civile della Restaurazione), Caltanissetta (solo lo Stato Civile Italiano), Catania, Enna (solo lo Stato Civile Italiano), Messina, Palermo (solo lo Stato Civile della Restaurazione), Ragusa e Trapani.

Il sito familysearch (registrazione gratuita obbligatoria) ha a disposizione ad oggi, in parte visibili solo in un Centro di Storia Familiare, le seguenti province: Agrigento, compresi i riveli; Caltanissetta, compresi i riveli; Catania, compresi i riveli, alcuni registri parrocchiali ed alcuni registri militari; Enna, compresi i riveli ed alcuni registri militari; Messina, compresi i riveli; Palermo, compresi i riveli ed alcuni registri parrocchiali; Ragusa, compresi i riveli; Siracusa, compresi i riveli ed alcuni registri militari; e Trapani, compresi i riveli. Ricordo a questo punto che i Riveli sono anche chiamati Stato delle Anime e rappresentano un censimento dei nuclei familiari così come, a volte, i vari cambiamenti avvenuti all’interno del nucleo familiare a causa di decessi, matrimoni, traslochi, ecc..

La cartina qui sotto mostra i luoghi in tutta la Sicilia dove i nostri antenati sono nati ed hanno vissuto. Ovviamente comprende anche quei luoghi presenti nella cartina di cui sopra e come sopra i luoghi marcati in blu scuro sono per gli antenati da parte di Nonno Nello, quelli in rosa scuro da parte di Nonna Concetta.

Gela (in provincia di Caltanissetta)

Gela. [51]
Gela. [52]
Nell’atto di matrimonio di Don Emmanuele Aliotta Solito, vedovo di Donna Emmanuela Cardillo, con Donna Antonina Renata Carolina Alonge, si legge che Don Emmanuele proviene da Terranova in provincia di Girgenti. Girgenti è l’attuale Agrigento, Terranova è l’attuale Gela, che d’altro canto ora è in provincia di Caltanissetta.

Da notare che la Parrocchia della Santissima Assunta di Gela fa parte della Diocesi di Piazza Armerina, in provincia di Enna (vedi anche su familysearch).

Il primo insediamento umano nella zona di Gela risale alla fine del 5.000 a.C.. Da un insediamento indigeno siculo, Gela stessa, venne fondata secondo la tradizione nel 689 a.C. da Antifemo ed Entimo come colonia rodio-cretese, rappresentando quindi uno dei primi insediamenti greci in Sicilia. Tra le colonie satelliti di Gela e le città da essa sottomesse si annoverano Akragas (Agrigento), Kallipolis (probabilmente l’odierna Giarre), Leontini (Lentini), Naxos (Giardini-Naxos), Ergezio e Zancle (Messina). La storia di Gela segue fondamentalmente quella della Sicilia. Per un suo approfondimento si veda [wikipedia]. Per informazioni attuali si veda il sito del comune.

Su antenati, nell’Archivio di Stato di Caltanissetta non sono presenti i registri di Gela ma nell’Archivio di Stato di Agrigento troviamo Girgenti. L’Archivio di Stato di Caltanissetta è in Via P. Borsellino 2/2a – 93100 Caltanissetta (Tel. +39-0934-591600, email: as-cl@beniculturali.it). Su familysearch sono disponibili alcuni registri dello Stato Civile (visibili solo in un Centro di Storia Familiare, vedi sopra) ed alcuni registri parrocchiali (visibili anche da casa).

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) i seguenti antenati sono nati a Gela nella famiglia Aliotta: Emmanuele (come Aliotta Solito, nel 1794) e Maria Antonia Gaetana (1814).

Chiese: per una lista delle attuali chiese (cattoliche) di Gela si veda il sito della Diocesi di Piazza Armerina, il cui indirizzo è Piano Fedele Calarco, 1 – 94015 Piazza Armerina, EN (Tel. +39-0935-680113).

Cimiteri a Gela e dintorni: Cimitero Municipale Farello in Contrada Farello, 93012 Gela CL; Cimitero Monumentale in Via Polizelo, 34, 93012 Gela CL (+39-0933-906788); ed il Cimitero di Butera in Via Gela, 93011 Butera CL.

Mazara del Vallo (in provincia di Trapani)

Mazara del Vallo. [53]
Mazara del Vallo. [54]
I primi insiedamenti umani a Mazara del Vallo risalgono al paleolitico superiore, ovvero tra il 40.000 ed il 10.000 a.C., ricordando quanto detto sopra per la Sicilia, possiamo datare tali insediamenti non prima del 20.000 a.C.. Già nell’XI secolo a.C. i Fenici cominciarono ad usare il luogo come tappa nei loro viaggi verso la Spagna.

Mazara ha conosciuto quindi diverse dominazioni o meglio culture: greca, cartaginese, punica ed ovviamente romana, così come l’incursione di Vandali e Goti, che furono scacciati dai Bizantini. Di seguito, agli inizi dell’XI secolo d.C. Mazara fu dominata dai Normanni e seguì quella che è la storia della Sicilia e dell’Italia. Si rimanda a [wikipedia] per un sunto della storia di questa cittadina ed al sito del comune.

L’Archivio di Stato di Trapani è presente su antenati con anche Mazara del Vallo, sia per il periodo dello Stato Civile della Restaurazione che per quello dello Stato Civile Italiano. Su familysearch ci sono fondamentalmente gli stessi revistri citati prima ed in più i Riveli.

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) l’unica antenata nata a Mazara del Vallo è Carmela Solito (1769).

Chiese: una lista delle chiese della diocesi di Mazara del Vallo è disponibile su [wikipedia]. Sul sito della Diocesi di Mazara del Vallo è disponibile una lista delle sue parrocchie; la diocesi stessa si trova in Piazza Chinea, 4, 91026 Mazara del Vallo, TP (Tel. +39-0923-902701).

Cimiteri: Cimitero di Mazara del Vallo in Via della Pace, 6, 91026 Mazara del Vallo TP.

Palermo

Palermo. [55]
Palermo. [56]
Palermo (Zyz, con z pronunciata come s sonora, in fenicio, il fiore o la splendente; Panormos, παν-όρμοςtutto-porto, in greco; Panormus in latino; Balarm in arabo; Balermus nel periodo normanno) vanta una storia che va dal mesolitico, ovvero circa dal 10.000 a.C.. Si rimanda a [wikipedia] per un sunto della storia di questa città ed al sito del comune per le informazioni attuali.

L’Archivio di Stato di Palermo è presente su antenati, con gli atti di Palermo città, dei suoi quartieri e dei comuni della sua provincia. Inoltre, ha fisicamente due sedi: Sede “Catena”, Via Vittorio Emanuele, 31 – 90133 Palermo; Sede “Gancia”, I° Cortile Gancia – 90133 Palermo (Tel. +39-091-270401 /2 /3); ed una sezione a Termini Imerese: Vicolo Cannolo n. 1 – Termini Imerese (Tel. +39-091-8143789).

Allo stato attuale delle ricerche (Dic.2020) l’unica antenata nata a Palermo è Antonina Renata Carolina Alonge (1812).

Chiese: si rimanda a [wikipedia] per il lungo elenco delle chiese di Palermo. Tale pagina contiene anche un elenco delle chiese andate distrutte. Il sito dell’Arcidiocesi di Palermo elenca i suoi Vicariati e Parrocchie; la Curia Arcivescovile Metropolitana è in Via Matteo Bonello, 2 – 90134 Palermo (Tel. +39-091-6077111, curia@diocesipa.it).

Cimiteri: Palermo ha ai giorni nostri sei cimiteri: Camposanto di Santo Spirito a Piazza Sant’Orsola, 2, 90124 Palermo (Tel. +39-091-422691); Cimitero dei Cappuccini a Piazza dei Cappuccini, 90134 Palermo; Cimitero degli Inglesi in Via S. Guli, 19, 90142 Palermo; Cimitero di Santa Maria dei Rotoli in Via Papa Sergio I, 96, 90142 Palermo (Tel. +39-091-7408161); Cimitero di Santa Maria di Gesù in Salita Belvedere, 3, 90124 Palermo; ed il Cimitero Acattolico situato presso il Cimitero di Santa Maria dei Rotoli.

 


L’immagine nell’intestazione è di Lelezaff di Wikipedia in italiano – Trasferito da it.wikipedia su Commons., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=89730225.

[1] Immagine satellitare della Sicilia, di alcune isole circostanti e della punta sud-occidentale della Calabria, che costituisce l’estrema propaggine continentale della penisola italiana. Immagine di sikeliakali – 20091007-italy2-full, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=68670690.
[2] Questa poesia è presente nel libro La Vita è una Commedia, di Nonno Nello [greco1970, pag. 127]. Ho fatto delle ricerche ma non l’ho trovata in internet o attribuita a nessun altro, per questo l’attribuisco a lui, salvo errori o omissioni.
[3] Chiesa Maria Santissima del Carmelo. Immagine di ignoto. Il contenuto è disponibile in base alla licenza CC BY-SA 3.0. Da https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Chiesa_Maria_Santissima_del_Carmelo_di_Bongiardo,_quartiere_di_Santa_Venerina.jpg.
[4] Autore ignoto. GFDL, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=1633870.
[5] Foto di Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=1647045.
[6] Panoramica di Macchia e di un tratto di costa jonica tra i ciliegi in fiore. Foto di Alqasar di Wikipedia in italiano – Opera propria di chi ha caricato in origine il file, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4415549.
[7] Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=47722.
[8] Panorama di Mascali. Foto di Alqasar – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4599194.
[9] Stemma della Contea di Mascali. Immagine di Alberto Cardillo – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=49844638.
[10] Autore ignoto. Da Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=1715779.
[11] Foto di Jelly – Fotografia autoprodotta, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1609163.
[12] Autore ignoto. Da Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=51033.
[13] Chiesa Madre di Zafferana Etnea. Foto di Lelezaff di Wikipedia in italiano – Trasferito da it.wikipedia su Commons., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=20165572.
[14] da http://www.comuni-italiani.it/087/055/stemma.html visitato l’11.12.2020 alle 14:00.
[15] Immagine della scultura Aci e Galatea di Rosario Anastasi, Villa Belvedere di Acireale da http://www.grifeo.it/Sicilia%20miti%20A.htm.
[16] La storia è presa da http://www.grifeo.it/Sicilia%20miti%20A.htm, © Giuseppe Maria Salvatore Grifeo, rielaborata da me.
[17] Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=47217.
[18] Foto di Wilson44691 – Opera propria, CC0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=26816191.
[19] Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=47227.
[20] Chiesa Madre in Piazza Maggiore. Foto di Pieropennisi – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18587126.
[21] Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=47229.
[22] Foto di Emilioba93 – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14726642.
[23] Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=47492.
[24] Foto di Akela (Massimo Nicosia) – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=578359.
[25] Immagine di Opera propria [ndr: dell’autore dell’immagine] basata su: Questa immagine vettoriale include elementi che sono stati presi o adattati da: Corona Real Abierta 2.svg; Ornamenti da comune.svg;  CoA elephant.svg., CC0; https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=81546483.
[26] Panorama aereo di Catania. Foto di Antonio Iacullo – Sicilia – Catania dall’alto, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=35183432.
[27] Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=47728.
[28] Foto di Alqasar di Wikipedia in italiano – Trasferito da it.wikipedia su Commons., Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=30400248.
[29] Citazioni non verificate prese da http://156.54.128.69/milo/zf/index.php/storia-comune# (pagina visitata il 09.12.2020 alle 18:00).
[30] L’espressione mensa vescovile indica l’insieme dei beni a disposizione della diocesi per garantire una rendita sufficiente al mantenimento del vescovo, della sua residenza e della curia diocesana. Da https://it.wikipedia.org/wiki/Mensa_vescovile.
[31] Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=48418.
[32] Piazza Maria SS. delle Grazie nella frazione Presa. Foto di Goldmund100 (Luca Volpi) – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=20026963.
[33] Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=51011.
[34] L’Etna visto da San Gregorio di Catania. Foto di https://www.flickr.com/photos/filicudi/https://www.flickr.com/photos/filicudi/177623718/, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=942365.
[35] Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=51029.
[36] Santuario della Madonna, Valverde. Foto di Jeanne boleyn – Own work, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6773869.
[37] Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=1512194.
[38] Gallodoro. Foto per gentile concessione di Tripadvisor.
[39] Immagine opera propria [ndr: dell’autore dell’immagine] basata su: questa immagine vettoriale include elementi che sono stati presi o adattati da questa immagine: Grapevine.svg. Italy municipality-Stemma.svg., CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=92123128.
[40] Panorama di Giardini Naxos. Foto di fotovideomike from Italia (Michele Ponzio, @michele_ponzio) – Baia di Taormina – Sicily, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=33066815.
[41] Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=150398.
[42] Reggio Calabria e Messina in un’antica incisione. Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=920216.
[43] Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=1987495.
[44] Torre saracena di Roccalumera. Foto di Carab65 – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=59586707.
[45] Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=274617.
[46] L’Etna e Taormina fotografati dall’Antico Teatro di Taormina. Foto di John Menard from Phoenix, USA – Mt Etna and Taormina as seen from the Ancient Theatre of Taormina, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=44514165.
[47] Immagine di Heralder; lions, eagles, fleur-de-lis and Holy Spirit collar by Sodacan – pag. 12Moderndesign[1][2], CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=24971307.
[48] Immagine di pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1877101.
[49] Bandiera di stato e navale borbonica (3 aprile 1848 – 19 marzo 1849). Immagine di F l a n k e r – Opera propria,Coat of arms taken from Image: Coat of arms of the Kingdom of the Two Sicilies.svg by F l a n k e r Oreste Bovio, Due secoli di tricolore, p. 51, Stato maggiore dell’Esercito – Ufficio storico, Roma, 1996Luigi Rangoni Machiavelli, La bandiera tricolore e gli stati italiani del 1848-49 in Rassegna storica del Risorgimento (1914), CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3507655.
[50] Bandiera di stato e navale borbonica (25 giugno 1860 – 20 marzo 1861). Immagine di Flanker, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3507608.
[51] Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=108923.
[52] Parco delle Rimembranze, colonna superstite del tempio C o Athenaion. Di M.k.dionisio, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=8833514.
[53] Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=2523791.
[54] Foto di Xerones – Flickr, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1613555.
[55] Stemmi Comunali Italiani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=45452.
[56] Foto di User:Morgan Sand – Transferred from Italian wikipedia, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18804665.